Omelia (15-08-2007)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento Luca 1,39-56

La tradizione (risalente al VI secolo) vuole che questa località sia il villaggio di Ain Karim, sei chilometri ad ovest di Gerusalemme. L'espressione "in fretta", già utilizzata da Luca in altre occasioni, indica, più che la velocità nel percorrere il cammino, una disponibilità psicologica di attenzione per l'altro, tipica di chi è "povero" non solo in senso materiale (come i pastori, cf Lc 2,16) ma anche in senso spirituale (come Zaccheo, cf Lc 19,6). Maria, entrata in casa... salutò Elisabetta.Shalom, salute, benedizione, felicità, pace. Il saluto è il segno forte di una comunicazione che inizia e che non si vorrebbe interrompere, e coinvolge entrambe le persone che entrano in questo rapporto. Spesso, oggi, tra le persone che si frequentano regolarmente questo gesto è stato abolito. In famiglia si entra e si esce, talvolta, quasi senza neppure salutarci, come se si trattasse di un atto superfluo, scontato. Shalom, che è molto più del nostro "ciao" o del più anonimo "salve", attualizza e rende presenti i doni che etimologicamente racchiude. Questo shalom instaura subito tra Maria ed Elisabetta i sentimenti della lode, della gioia e della gratitudine, sentimenti che con molta probabilità solo due donne incinte riescono ad esprimere compiutamente. Come non ricordare, da parte di Maria, quello stesso saluto che le aveva rivolto l'angelo? Shalom, Maria! Il Signore è con te: egli ti ha colmato di grazia (Lc 1,27-28). Benedetta, perché è la madre del Signore. Accettando di esserlo ha accolto il progetto della Nuova Alleanza, è diventata la nuova Arca, la dimora del Figlio dell'Altissimo. In lei si compiranno le grandi cose che Dio ha promesso.Maria è poco più di una fanciulla: una ragazza che oggi frequenterebbe il Liceo o farebbe la commessa in un grande magazzino. Una ragazza come tante, come quelle che incontriamo ogni giorno, che fanno sorridere – "noi", adulti...- nel percepire le intemperanze, le malinconie e le fantasie tipiche delle adolescenti. Che si fanno donne con ritmi inafferrabili. Eppure, ad una di queste ragazze, appartenente ad una società in cui la donna era discriminata, ma che, nel contempo, aveva una grande forza morale, Dio rivolge l'annuncio della liberazione. Luca è un poeta: ci dice che questo annuncio è fatto da un angelo. Ma come non pensare, invece, ad una presa di coscienza, realizzata forse in una notte insonne, quando si sente pesare il silenzio di Dio, e poi, quasi per una sorta di illuminazione, si scopre che il Nulla si fonda con il Tutto, che è il Tutto. Ma anche quando si avverte una comunione profonda con gli oppressi della storia e, allo stesso tempo, la propria impotenza storica nei confronti dell'oppressione e della violenza, un'impotenza sulla quale Lui, il Tutto, può intervenire come Liberatore. Cristo, il Liberatore, viene concepito in una di quelle notti oscure, quando forse non si ha neppure più il dono delle lacrime e l'attesa insonne si fa muta invocazione. La nostra cultura, ancora improntata all'efficientismo, al maschilismo e alla violenza, fa fatica ad immaginare che Dio possa aver scelto una ragazza, una donna giovane, mite e umanamente sprovveduta, povera, palestinese, che non ha frequentato né Università né scuole di Teologia, per realizzare un progetto di liberazione e dare un nuovo corso alla storia. Ma auguriamoci che così sia percepita Maria nelle nostre famiglie, e che esse si liberino per sempre da quelle raffigurazioni che la mostrano come una regina, carica d'ori e di orpelli, con il mondo sotto i piedi. Sarebbe questo il modo per negarla nella sua realtà più intima e profonda. Più universale. Il mondo, Maria, lo ha nel cuore.
Allo stesso modo, come famiglia potremo forse inserirci anche noi in quel progetto di liberazione. "Il Signore è con te", dice l'angelo a Maria. Ma anche ad ognuno di noi dice "Il Signore è con te", ci dice cioè che ci è prossimo, vicino come a Maria. Dopo le notti oscure di cui è piena la nostra esistenza, all'alba forse anche noi, come Maria, potremo comprendere che il "Dio-per-noi" ha fatto spazio al "Dio-con noi", l'idolo si è frantumato, una persona, il Cristo, ne ha preso il posto. Solo quando ci accorgeremo, come Maria, che lo Spirito ci ricolma di Grazia – e chi davvero vive o tenta di vivere il Sacramento del matrimonio può comprendere bene questo discorso – possiamo sentire il cuore di Dio pulsare accanto al nostro e diventare, come singoli, come comunità, come famiglia, un malleabile strumento di liberazione.Sì, Dio è "con" noi, non "per" noi, come invece vorrebbero molti uomini politici che chiamano Dio a testimone e garante dei loro misfatti, delle guerre e dei soprusi nei confronti dei poveri; o come vorrebbero gli integralisti di ogni latitudine, di ogni colore e di ogni stagione; o come forse vorremmo noi stessi, quando tentiamo di dedurre dal Vangelo la conferma delle nostre verità parziali.

Non si può comprendere il Magnificat di cui oggi rinnoviamo con commozione la lettura senza riandare alla risposta di Maria a quell'annuncio dell'angelo: "Eccomi, sono la serva del Signore. Oh! Dio faccia con me come tu hai detto (Lc 1,38). "Eccomi"... "Ecco – me!". Il linguaggio della disponibilità. Quell'Io orgoglioso e "odioso" che alimenta la filosofia classica e tutta la cultura moderna, che grava sulle nostre relazioni, va depotenziato, per poter giungere finalmente alla kenosis, l'annichilimento, l'annullamento di sé. Gesù, al quale Maria ha lasciato un piccolo spazio dentro di sé, è quello stesso Gesù che da sua madre ha appreso la capacità di affrontare la solitudine che si tradurrà nella solitudine stessa dell'orto e della croce. Per Lui, come per Maria, la capacità di accettare il rischio eversivo di cantare con la propria vita e senza paura che gli umiliati vengono esaltati, che per i poveri è giunta l'ora del riscatto, che il Potere sarà annullato e trasformato in servizio, che i ricchi perderanno la falsa sicurezza del possedere e che non avranno più l'ultima parola. Fiducia, gioia, speranza, novità di vita nell'attesa della risurrezione: ecco i messaggi forti per ogni coppia ed ogni famiglia in questo giorno nel quale celebriamo l'assunzione al cielo di Maria.

Traccia per la Revisione di Vita

1. In casa, nella nostra coppia e nella nostra famiglia, poniamo gesti di riconoscenza e di lode reciproca?
2. Qual è il nostro rapporto con Maria? Semplicemente devozionale? Oggetto di culto in luoghi di pellegrinaggio mariano? Oppure la consideriamo un modello da imitare?
3. Siamo disposti a liberarci, come Maria, dagli idoli e da tutto quanto ci ingombra?
4. Siamo disponibili verso gli altri? Poniamo la nostra attenzione prima a loro piuttosto che a noi stessi? Come viviamo la disponibilità in famiglia?

Commento a cura di Luigi Ghia