Omelia (15-08-2007) |
mons. Antonio Riboldi |
Solennità di Maria Assunta in Cielo È grande festa oggi. Maria SS.ma, la donna che Dio ha preservata dal peccato originale, e quindi Immacolata, per essere Mamma di Suo Figlio, alla fine del tempo stabilito dal Padre, va in Cielo, senza conoscere il castigo della morte, che è di tutti noi. È stata assunta. È festa immensa non solo per Lei, ma anche per noi, che sappiamo come un giorno, quando anche noi lasceremo questa terra, risorgeremo con un corpo celeste, se ne saremo degni, dannato se..., ma Dio non voglia! Oggi quindi è grande festa per Maria, che ci ha preceduti, invitandoci a vivere per conoscere un giorno la gioia che ora Lei vive. Giustamente la Chiesa, oggi, mette in bocca a Maria il suo canto di gioia. "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva, d'ora in poi, tutti mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il Suo Nome. Di generazione in generazione la Sua misericordia si stende su quelli che Lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ha ricolmato di beni gli affamati, ha mandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della Sua misericordia, come aveva promesso ad Abramo ed alla sua discendenza per sempre". Anche se, oggi, questa festa è come oscurata dalla baldoria di ferragosto, credo di essere vicino a voi non solo a gustare il giusto riposo, ma anche a gioire, facendo festa con Maria Assunta, per quello che 'saremo'. Così commenta Paolo VI questo giorno: "Il Signore ha veramente esaltato Maria, ponendola al vertice delle sue opere e profondendo in lei la ricchezza della sua bontà, della sua bellezza e del suo amore. Ma la Vergine rimane sempre una creatura e come essa stessa si chiama 'l'ancella del Signore'. L'umiltà si distende su tutta la sua vita. Contemplare Maria diventa una rispondenza ad una nostra incolmabile nostalgia. Gli uomini del nostro tempo, infatti, cercano il tipo, cercano l'eroe, cercano colui che sintetizzi qualche lato perfetto della loro vita umana. La Madonna verifica in se stessa tutte le bellezze dell'umanità, oltreché della santità soprannaturale: è donna, è vergine, è madre, ha sofferto, ha lavorato, ha patito, ha vissuto la nostra esperienza terrena e porta in alto la nostra umanità. Essa riconforta, e ci invita ad imitarla. È l'esemplarità della Madonna che illumina il nostro cammino, non rimane distante. La Vergine santissima è infatti nostra intermediaria e la sua intercessione diventa materna, sempre vicina alle prove della nostra vita. Essa ci conforta e ci invita ad imitarla, rendendo ideale il pellegrinaggio della nostra vita" (15.8.1965). Con queste parole pregavo l'Assunta anni fa: "Tu, Maria SS.ma, sei chiamata tutta bella, ti lodano come la Sposa dello Spirito Santo, la Madre della Chiesa. Tu hai avuto immensi doni dallo Spirito Santo, ne fosti adornata dalla nascita, tu Immacolata, fino alla tua Assunzione in Cielo. In te lo Spirito Santo ha trovato il manto più bello per collocare i suoi gioielli. Non per mettere in mostra te, 'la tutta bella, la tutta umile', ma solo per rendere gloriosa l'opera di Dio per noi e tra noi. Prendimi per mano, Maria SS.ma, fammi conoscere i doni che lo Spirito Santo mi ha donato. Fammi capire cosa sono i talenti di cui parla tuo Figlio Gesù, dati a me solo perché si trasformino in un cammino di continua ascesi verso la santità, in bene per i miei fratelli, per la Sua Chiesa e per tutta l'umanità. Sciogli, o Maria, la mia lingua perché dica tutte le parole che lo Spirito suggerisce. Rendi agili i miei piedi a correre dove Dio mi vuole. E che io sia servo vero del Signore, testimone di Gesù Risorto. Servo degli uomini, dove vuole e come Lui vuole, sempre, in modo che in ogni momento, in ogni azione, io possa cantare le cose grandi, che solo il Signore sa fare. E che sia sempre fonte di gioia per tutti". E oggi, in questo giorno di festa, con Madre Teresa di Calcutta, sento di poter cantare la gioia: "Caro Dio, fa' che la gioia, che è il frutto dello Spirito Santo e un segno caratteristico del Regno di Dio, discenda su di me, poiché gli Angeli a Betlemme dissero: 'Gioia' e Cristo condivise la Sua Gioia con gli Apostoli dicendo: 'La mia gioia sia con voi'. Il termine 'gioia' era la parola d'ordine dei primi cristiani e S. Paolo ripete spesso: 'Rallegratevi nel Signore, sempre!', perché nel Battesimo il sacerdote dice al novello battezzato: 'Che tu possa servire la Chiesa con gioia'. E fa' che siamo inondati dalla gioia dell'Eucarestia e che essa si diffonda fra tutti coloro che siamo chiamati a servire con amore". |