Omelia (15-08-2007)
don Roberto Rossi


E' la solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. Siamo invitati a volgere lo sguardo, alla nostra Madre celeste, che la liturgia ci fa contemplare trionfante con Cristo in Cielo. Questa festa è stata sempre molto sentita dal popolo cristiano, fin dai primi secoli del cristianesimo; essa, celebra la glorificazione anche corporale di quella creatura che Dio si è scelto come Madre e che Gesù sulla Croce ha dato per Madre a tutta l'umanità. L'Assunzione evoca un mistero che interessa ciascuno di noi perché, come afferma il Concilio Vaticano II, Maria "brilla quaggiù come segno di sicura speranza e consolazione per il popolo di Dio che è in cammino" (Lumen gentium, 68). Si è però talmente presi dalle vicende di ogni giorno da dimenticare tante volte questa consolante realtà spirituale, che costituisce un'importante verità di fede.
Come far sì allora che questo segno luminoso di speranza sia percepito sempre più dalla nostra società? C'è oggi chi vive come se non dovesse mai morire o come se tutto dovesse finire con la morte; alcuni si comportano ritenendo che l'uomo sia l'unico artefice del proprio destino, come se Dio non esistesse, giungendo qualche volta persino a negare che ci sia spazio per Lui nel nostro mondo. I grandi successi della tecnica e della scienza, che hanno notevolmente migliorato la condizione dell'umanità, lasciano però senza soluzione i quesiti più profondi dell'animo umano. Solo l'apertura al mistero di Dio, che è Amore, può colmare la sete di verità e di felicità del nostro cuore; solo la prospettiva dell'eternità può dare valore autentico agli eventi storici e soprattutto al mistero della fragilità umana, della sofferenza e della morte.
Contemplando Maria nella gloria celeste, comprendiamo che anche per noi la terra non è la patria definitiva e che, se viviamo rivolti ai beni eterni, un giorno condivideremo la sua stessa gloria e diventa più bella anche la terra. Per questo, pur tra le mille difficoltà quotidiane non dobbiamo perdere la serenità e la pace. Il segno luminoso dell'Assunta in cielo rifulge ancor più quando sembrano accumularsi all'orizzonte ombre tristi di dolore e di violenza. Ne siamo certi: dall'alto Maria segue i nostri passi con dolce trepidazione, ci rasserena nell'ora del buio e della tempesta, ci rassicura con la sua mano materna. Sorretti da questa consapevolezza, proseguiamo fiduciosi nel nostro cammino di impegno cristiano là dove la Provvidenza ci conduce. Andiamo avanti, sotto la guida di Maria, nella nostra vita.
L'Assunzione di Maria ss. riflettiamo su questo fatto e lasciamolo parlare alla nostra coscienza di pellegrini e viandanti verso la Patria del cielo. Perché Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo? Perché Dio ha voluto questo ulteriore segno, che sottolinea la potenza e la verità della risurrezione di Gesù? Certamente noi possiamo solo balbettare qualche ragione: le "ragioni di Dio", infatti, ci superano infinitamente. Però è lecito, anzi è doveroso riflettere sullemverità di fede, affinché ci illuminino e ci nutrano l'anima.
L'Assunzione di Maria al cielo sottolinea il profondo legame che esiste tra il Figlio e la Madre: Gesù ha ricevuto il suo corpo da Maria e Maria ha fatto accanto al Figlio tutto il cammino della fede fino ad essergli vicina nella grande ora, l'ora della Croce. L'Assunzione è il grazie del Figlio: se noi siamo capaci di gratitudine verso la nostra mamma, Dio non sarà infinitamente più capace di gratitudine? Questo fatto ci fa sentire così vicino e così umano il cuore di Dio!
Ci possiamo chiedere: Che cosa fa ora Maria in cielo? La risposta non può essere che questa: Maria fa la Madre. E la madre non può far altro che pensare ai figli; la madre infatti non può avere altra gioia all'infuori della gioia dei suoi figli. Maria allora pensa a noi!. Nel suo suore brucia la fiamma dell'amore di Dio e quotidianamente la traduce in tenerezza e premura per ciascuno di noi, indicando anche a noi come si ama.
Mons. Comastri esprime tutto questo con calorose espressioni: "Se hai una lacrima negli occhi, se hai un lamento sulle labbra, se hai una paura nel cuore... dillo alla Mamma: la Mamma saprà trovare le parole giuste per raccontarti quanto Dio ti ama e quanto Dio aspetta l'incontro con te e quanto è bella la festa che Lui ha preparato per te. Sta sereno, fatti forza, canta il Magnificat perché la misericordia di Dio si estende di generazione in generazione: fino a te.
Nel cielo apparve un segno grandioso: noi lo vediamo, noi ci sentiamo parte di questo segno, noi avvertiamo nel nostro cuore di poveri figli la gioia limpida della nostra Madre Immacolata: è un anticipo di Paradiso!"