Omelia (14-08-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Facciamoci da parte! Benché Mosé non prenderà possesso del paese di Canaan, "non passerà il Giordano" (cf v. 2), il Signore continuerà a guidare il suo popolo. È davvero grande la figura di Mosé, che sa mettersi da parte e non rivendica diritti, ma si mostra come servo fedele e mite completamente sottomesso alla volontà di Dio. Ed ha anche tanto da insegnare, soprattutto a quanti tra noi credono di fare sempre imprese grandi, di essere insostituibili, di avere capacità carismatiche di guida e di governo e soprattutto di "direzione di coscienza". E se provassero a leggere con verità questo brano? Non che il testo evangelico sia meno impegnativo! Anzi, ciò che il brano di Matteo chiede è proprio l'opposto di quanto tali individui operano. C'è la richiesta di farsi come bambini, in quell'atteggiamento cioè di fiducia e di abbandono che essi hanno nei confronti dei genitori: abbandonarsi nelle mani di un altro ha come conditio sine qua non che non si sia autosufficienti e pieni di sé, che non si sia a tal punto orgogliosi da camminare come se il mondo fosse ai propri piedi. Certo, è un percorso lungo e faticoso, irto di ostacoli dati dal nostro amor proprio, ma è l'unica strada che conduce alla liberazione dalla schiavitù delle nostre passioni e all'approdo nella terra del nostro vero io. È solo facendoci da parte che scopriremo di avere vere qualità in noi stessi e di poter essere portatori di Dio e non della nostra stupida boria. |