Omelia (15-08-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Ave, piena di grazia L'angelo la saluta "piena di grazia", irrorata e fecondata dallo Spirito Santo è lei la prescelta da Dio per diventare la Madre del Salvatore. Diventa lei l'altare e il talamo dove nasce il Figlio di Dio. È lei la perfetta discepola che adempie fino ai piedi della croce la sua solenne promessa di fedeltà: "si compia in me secondo la tua parola". Lei diventa Madre e resta sempre Vergine. Già santa ed immacolata, preservata dal peccato originale in vista della sua particolarissima missione, viene ulteriormente adornata di luce e di grazia dalla presenza viva del suo unigenito, il Signore Gesù. Sul Calvario assume per volere dello stesso suo Figlio il compito di essere la madre di tutti i credenti, la madre della chiesa, un compito universale che la innesta indissolubilmente alla redenzione. Tutto questo è l'opera mirabile di Dio su Maria che trova l'apice, il culmine, la logica conclusione nella sua assunzione al cielo in anima e corpo. Lo stesso amore che l'ha resa madre, ora l'attrae verso il Cielo. Ora ci appare come la donna vestita di sole, come colei che in modo speciale partecipa alla gloria della risurrezione. È accolta ed innestata nella trinità divina, Lei ci sollecita a pensare ad una chiesa splendente come Lei, a vedere la nostra meta meno lontana a pregustare la gloria riservati agli eletti di Dio. La onoriamo come Madre e regina del cielo e della terra nella gloria dei santi. La ammiriamo come modello eccelso di santità, la desideriamo come Madre, la invochiamo come nostra avvocata e madre di misericordia. Come Gesù anche lei, la madre ci ripete per alimentare la nostra fiducia, vado a prepararvi un posto perché anche voi siete chiamati alla mia stessa meta, siete destinati alla vittoria. |