Omelia (15-08-2007) |
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* La festa odierna ci riporta ad alcune domande cruciali quali il senso della vita, il perché della morte, quali condizioni rendono vivibile la speranza cristiana, e da dove proviene l'anelito dell'animo umano per una vita oltre... L'Assunzione di Maria disegna un punto fermo nel cuore di questi interrogativi, e riversa un carico di speranza al susseguirsi di ogni altra questione umana: Maria ci annuncia che il termine della vita, la morte, non è la "fine", ma il "con-fine" tra due condizioni differenti. * Nell'Annunciazione Dio consegna il suo Figlio invisibile alla carne di Maria: "Et Verbum caro factum est". Nell'Assunzione, Maria consegna la sua carne umana al Figlio dell'Uomo glorificato. Maria abbraccia la divinità del Verbo; e il Risorto abbraccia l'umanità di Maria. L'Assunzione, dunque, è una sorta di restituzione da parte del Cristo dell'abbraccio ricevuto dalla Madre: una reciproca accoglienza che pone prima l'uno e poi l'altra in una condizione "nuova". * La Pasqua è al centro del mistero di Maria Assunta. "In previsione della morte di Lui", riconosciamo Maria come "immacolata" perché preservata dal peccato sin dal suo concepimento, quindi santa nelle radici profonde del suo esistere come creatura umana. Per la stessa Pasqua del suo Figlio riconosciamo Maria "assunta", perché ancora una volta "preservata", messa a parte dal disfacimento della sua carne umana. Maria partecipa anche della Pasqua del suo Figlio totalmente, in anima e corpo, senza conoscere la corruzione del sepolcro. E non poteva "conoscere la corruzione del sepolcro, Colei che portava l'autore della vita" (Prefazio della solennità). E Colei che aveva dato vita all'autore della Vita riceve in dono le condizioni di una vita nuova, incorruttibile, come quella di Colui che è generato nel suo grembo verginale. * La prospettiva della festa odierna, dunque, è squisitamente pasquale. Lo dichiara con entusiasmo il testo paolino nel quale Cristo è presentato quale "primizia" di una moltitudine di risorti, di quanti cioè "riceveranno la vita in Cristo". L'Apostolo parla anche di un "ordine" nella partecipazione alla vita del Risorto, riservata a "quelli che sono di Cristo". Come non pensare Maria al primo posto in questo "essere di Cristo" per partecipare della sua nuova condizione di vita? L'essere Vergine e Madre, allo stesso tempo, lega Maria in modo unico al suo Figlio, in una forma di totale appartenenza a Lui, più forte di quella naturale, che pure è istintivamente forte e viscerale per ogni madre per il proprio figlio. Tale relazione Madre-Figlio non conosce spazi inabitati: Maria è totalmente coinvolta nella generazione del Figlio: questo è magistralmente sottolineato da S. Leone Magno, quando afferma che Maria "concepì il Figlio, Uomo-Dio, prima nel suo cuore che nel suo corpo" (Disc. 1 per il Natale del Signore). * L'Assunzione di Maria parla di "partecipazione" piena alla vita di Cristo. Maria già nella sua vita terrena appartiene al suo Figlio in anima e corpo; già dall'Annunciazione, che è concepimento non solo fisico del Figlio, il suo "eccomi" è adesione totale, "appartenenza" e partecipazione piena al mistero del Figlio. Di conseguenza Maria risulta essere da sempre "di Cristo". Anzi è la prima in questa appartenenza perché "preservata", messa a parte da Dio per un rapporto speciale e irripetibile con il Verbo della Vita. Il suo "primato" non è solo di ordine cronologico (nel senso che anticipa tutti noi); ma è da ritenere qualitativamente diverso rispetto alla nostra partecipazione alla vita di Cristo. * Nell'Assunzione, la Chiesa celebra e contempla attraverso Maria, il suo proprio destino. La liturgia della Parola oggi presenta Maria accolta da Elisabetta, come Israele accoglie l'arca dell'alleanza nella città di Davide: il trionfale trasferimento dell'arca a Gerusalemme è prefigurazione del glorioso ingresso di Maria, arca della nuova alleanza, nella Gerusalemme del cielo. La Chiesa e Maria, insieme, l'una e l'altra "segno di consolazione e di sicura speranza" per l'umanità del nostro tempo: pellegrinante dentro le pieghe di una storia sempre insidiata dall' "enorme drago rosso", pronto a disporsi "contro", per divorare Colui che la Donna e la Madre deve poter generare. Descritta in Apocalisse come la Donna che soffre per le doglie del parto, deve combattere contro il Drago, che simboleggia le forze del male di ogni genere che si scagliano contro di essa. La Chiesa è chiamata a vivere la sua appartenenza a Cristo come e con Maria: chiamata a generare la sua Presenza viva nel cuore dell'umanità, insidiata dalle avversità inique della menzogna, essa non cessa di sperare e camminare verso la Patria, accompagnata dall'amore materno di Maria, immagine e modello della vita cristiana ben riuscita. * Il credente impara così ad alzare la testa al cielo: anela al suo ultimo traguardo, mentre si impegna a vivere la sua condizione terrena nella dinamica della Pasqua di morte e di vita, partecipata nell'anima e nel corpo. L'impronta della Pasqua deve "imprimersi" in tutta la vita del credente: anche nella sua corporeità. L'Assunzione celebra la totalità della persona destinata alla gloria dopo la morte. Il credente nel suo pellegrinaggio terreno deve cantare l'Alleluja pasquale nella fede della sua mente e nella concretezza del suo corpo, destinato alla risurrezione futura. La festa dell'Assunzione è la bocciatura di ogni violenza che oggi si consuma contro la corporeità delle persone, dai minori agli anziani. L'Assunzione ci obbliga all'amore e al rispetto sacro anche per la fisicità che pure deve parlare di risurrezione certa, e di partecipazione alla vita nuova di Cristo risorto nel suo vero corpo. Solo chi crede in Gesù morto e risorto è portatore di questa speranza irripetibile: la morte non come fine ma come con-fine, oltre il quale si partecipa della vita del Cristo risorto in eterno, in anima e corpo. La vita cristiana deve insegnarci non a giungere alla fine (dal momento che alla "fine" giunge chiunque!), ma a varcare tale con-fine per abitare gli spazi incorruttibili del Dio della Vita. Commento a cura di don Gerardo Antonazzo |