Omelia (15-08-2007)
LaParrocchia.it
Maria è assunta in cielo: esultano le schiere degli angeli

Ci uniamo alla festa e all'esultanza degli angeli per il destino di gloria che coinvolge la vergine Maria, assunta in cielo senza conoscere la corruzione del corpo.
Gli angeli e i santi già partecipano a questo mistero di gloria della Figlia di Sion; noi, pellegrini verso la patria del cielo, lo contempliamo con gli occhi della fede, nella speranza di essere uniti a lei e al suo figlio Gesù Cristo.

La grande solennità odierna ci richiama la nostalgia del cielo e del paradiso, che non sono una chimera o una invenzione della Chiesa, ma il compimento del desiderio di felicità dell'uomo, della piena comunione con Dio, del vero riposo dell'animo umano, approdo delle fatiche della traversata nel mare della vita.
In Maria tutto ciò ci è svelato ed offerto.

Dopo il suo Figlio, primizia dei morti e dei risorti, Maria, associata alla passione e morte di Cristo, non può non essere unita al suo destino di gloria e risurrezione.
La chiesa ha sempre riconosciuto il destino particolare della Vergine Maria: S. Epifanio, vescovo di Salamina, già nel 377 afferma che non ha sentito parlare di una tomba di Maria a Gerusalemme, né della sua morte in questo luogo, anzi non sa neppure se Maria sia morta oppure no; percepisce solo che la sua fine fu degna di lei e intravvede che ciò dovette implicare qualche prodigio, ma, rispettando il silenzio biblico, non proferisce alcuna ipotesi.

Intanto viene istituita la festa liturgica, il dies natalis della Vergine, inteso prima come "Dormizione", in seguito come "Assunzione", fino a giungere alla proclamazione del dogma dell'Assunzione nel 1950 da parte di Pio XII che afferma che "al termine della sua vita terrena, l'Immacolata, Madre di Dio, Maria sempre vergine è stata presa in cielo corpo e anima nella gloria celeste".

Il privilegio di Maria di non essere soggetta alla corruzione del corpo è legato a un altro: Maria è la madre di Dio, la "Theotokos": colei che ha portato il Salvatore del mondo nel suo corpo, non può conoscere la corruzione del corpo; il ruolo e il destino di Maria è tutto in riferimento a Cristo.
Maria non viene proiettata in una zona eterea, fuori della portata degli uomini, angelicata e disumanizzata, ma è riproposta nel ruolo che ha avuto nel piano di salvezza di Dio: Maria è piena di grazia, Vergine e Madre del Salvatore, la sola, fra tutti i santi, presente in tutti i momenti fondamentali della storia della salvezza, la serva del Signore, la donna feriale e discreta, silenziosa, orante, sofferente, animata dallo slancio di una fede pura e di un amore pronto a cogliere e seguire i disegni di Dio e le aspirazioni degli uomini. Maria è beata perché si riconosce umile serva del Signore, appartenente al popolo di Dio, il resto d'Israele, popolo di poveri e di umili, che si pone nelle mani di Dio con fiducia attenta e attiva.

Maria non è un angelo, ma una creatura vera, semplice e pura, che accoglie la grazia di Dio e la fa debordare nell'amore di Dio e nel servizio dei poveri. Maria è la vera credente, modello del cristiano credente, primizia della nuova creatura redenta dal Salvatore.
L'Apocalisse ci fa intravedere una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle, incinta, sofferente e partoriente: la Vergine Maria segue lo stesso destino del Figlio, associando nella sua vita sofferenza e gloria, morte ed eternità.

Questa festa ci è di grande consolazione: saremo insieme a Maria nella gloria, se sapremo come lei vivere nella fede, nella preghiera, nella gioia, nella carità, nel servizio, se sapremo trasfigurare la sofferenza nella purezza e nell'amore.
Ad Iesum per Maria.