Omelia (29-08-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
I discepoli di Giovanni lo posero in un sepolcro

San Marco narra la decapitazione di San Giovanni nel Capitolo VI del suo Vangelo. Nel suo flusso narrativo, questo episodio è raccontato in una specie di moderno flashback. La prigionia e la decapitazione di Giovanni avviene abbastanza presto nella vita pubblica di Gesù ed il capitolo VI è il capitolo che parla già della missione dei discepoli. San Marco inserisce il racconto di questo episodio in un preciso momento narrativo e fornisce quindi una chiave di lettura precisa. Troviamo il racconto della decapitazione di San Giovanni Battista, tra il mandato dei discepoli, e la descrizione dei miracoli da loro compiuti in nome di Cristo, ed il loro ritorno gioioso. L'intento dell'evangelista è duplice. Vi è, innanzitutto, la consapevolezza che il martirio e la sofferenza sono nel mandato della chiesa. Le prime comunità che leggevano questo Vangelo, avevano ben presente la persecuzione che finisce nel martirio di sangue come realtà concreta da affrontare. La lettura di questo Vangelo presso le prime comunità cristiane era fonte di speranza viva e consolazione sicura se non si ricercano le vittorie terreni ed effimere ma si è capaci di andare oltre al risultato contingente, avendo lo sguardo sempre fisso sul volto di Gesù. Oggi non sempre è richiesta la stessa testimonianza di sangue ma ogni cristiano è tenuto alla propria testimonianza nella vita quotidiana. Un altro aspetto lo troviamo nella volontà di San Marco di inserire il martirio di Giovani in un preciso contesto ecclesiale. I primi discepoli di Gesù venivano San Giovanni Battista; egli stesso manda i suoi discepoli ad informarsi presso Gesù sulla sua figura. San Giovanni Battista, il precursore, ha compiuto il suo mandato con il suo martirio indica il passaggio del testimone verso la Nuova Alleanza, sancita nel sangue di Cristo. È un modo per riflettere, anche oggi, nella donazione generosa ed eroica di San Giovanni, sull'infinita grazia della Croce di Cristo. Ognuno di noi oggi può interrogarsi sulla propria appartenenza alla chiesa e come questa sia realmente vissuta.