Omelia (31-08-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Ecco lo sposo, andategli incontro! Nella parabole delle dieci vergini, riportato dal Vangelo di San Matteo, Gesù ci offre molti punti di riflessione e meditazione. Perché, per esempio, ha scelto proprio le vergini come categoria che attende lo sposo? Gesù, per essere compreso pienamente dai suoi discepoli, vuol rifarsi ad una precisa tradizione ebraica. Leggiamo, però, in queste dieci vergini l'immagine della chiesa, sposa di Cristo. Noi tutti quindi siamo rappresentati dal loro comportamento; diventa quindi importante scoprire cosa in realtà è rimproverato alle cinque vergini stolte. Tutte e dieci le vergine dormivano all'arrivo dello Sposo; il sonno delle vergine rappresenta il nostro passaggio terreno, che è temporale e destinato a scomparire all'arrivo finale di Gesù. Egli stesso ci aprirà la porta al banchetto eterno per partecipare alle nozze gloriose. Tutti noi siamo in attesa all'ingresso per partecipare alla stessa gioia; soltanto alcuni saranno pronti (le cinque vergini sapienti) e altri no (le cinque vergini stolte). La parabola specifica che era sufficiente una piccola quantità d'olio, perché, con accuratezza le lampade fossero pronte al momento opportuno. Le vergini stolte hanno mancato all'appuntamento perché sono state costrette a comprare l'olio dai venditori; le vergini sapienti invece hanno alimentato con il loro olio la lampada. Il messaggio inteso è quindi che la salvezza, il passaggio alla Gloria eterna, è - si - dono della Misericordia Divina ma richiede la nostra collaborazione. L'olio, ne basta poco, rappresenta l'olio buono delle nostra buone azioni; non possiamo comprarlo a buon prezzo da altri ma deve essere solo nostro. Sta a noi, allora, con l'olio profumato della Grazia divina far sì che questa lampada non sia mai spenta e che anche noi possiamo rispondere quando lo Sposo verrà a chiamarci nella sua gioia piena. |