Omelia (04-09-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù cacciato da Nazareth, si dirige verso Cafarnao, una cittadina molto viva. Ed è proprio qui, in una città, che Gesù compie il miracolo della guarigione di un uomo posseduto da uno spirito cattivo. Mentre Gesù si trovava nella sinagoga a insegnare, un uomo posseduto da «uno spirito cattivo» cominciò a gridare: «Basta! che abbiamo a che fare con tè?». Gesù intervenne con autorità e comandò a questo spirito di abbandonare quell'uomo. E questi prontamente lo lasciò. Tutti, scrive Luca, provarono spavento e si chiedevano chi fosse costui che parlava in modo così autorevole al punto da scacciare persino gli spiriti cattivi e immondi. Noi non sappiamo bene cosa intendesse la narrazione evangelica quando parlava di questi spiriti; essi comunque erano capaci di entrare nella vita dell'uomo fino a turbarne le funzioni fisiche e psichiche. Ma se pensiamo alle distorsioni, alle angosce che tante volte sono prodotte nelle nostre città, credo che non andiamo lontano dalla comprensione di questo brano evangelico. Gli spiriti cattivi di cui parla il vangelo non sono allora spiriti strani, ignoti; li conosciamo bene e forse sono un poco presenti in tutti noi. Si tratta dello spirito di indifferenza, di maldicenza, di amore solo per se stessi, di paura di essere messi da parte, di paura di non contare affettivamente per qualcuno; dello spirito di prevaricazione sugli altri; dello spirito di diffidenza che ci porta all'angoscia e alla violenza; dello spirito di egoismo che ci spinge a tirare avanti senza impicciarci degli altri; dello spirito dell'odio e della vendetta piccola o grande. E quanti altri spiriti «cattivi», immondi, girano tra noi e rovinano la nostra vita e i rapporti con gli altri, rendendoci spesso più soli e più tristi! Come cacciare questi spiriti? Come allontanarli dalla nostra e dalla vita degli altri? Il vangelo ci dice che i poteri straordinari, quelli appunto cui anche gli spiriti immondi obbediscono, sono dati dalla fede, dalla parola del vangelo e dall'amicizia con Gesù. Tante volte invece si vanno a cercare poteri e terapie in tante altre direzioni. La vera autorità che riesce a guarire tanti cuori, che riesce a risolvere tante situazioni umane è quella dell'amicizia, della vicinanza affettuosa di Gesù. E questa l'autorità che Gesù esercitava verso tutti e che ha chiesto di esercitare anche ai suoi discepoli. |