Omelia (10-09-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Il Vangelo ci presenta un uomo che non può più lavorare perché la sua mano destra è paralizzata. In lui vediamo tutti coloro che sono oggi esclusi dal lavoro, non perché malati, ma per l'assenza di lavoro. Gesù lo incontra di sabato, in sinagoga. I farisei aspettano il miracolo, non per gioire della guarigione, ma per accusare Gesù. Essi sono simili a coloro che non pongono al centro del lavoro l'uomo, bensì il solo guadagno senza alcun'altra considerazione. Gesù, con un ordine secco, come ad indicare la decisione che si deve avere in questi casi, dice a quell'uomo: "stendi la mano!" E quell'uomo si trova guarito. Sembra sentire l'eco delle parole di Dio nei giorni della creazione, quando il mondo man mano prendeva forma. In quel sabato Gesù continuava l'opera della creazione dando a quell'uomo la forza di lavorare. Dare oggi il lavoro ai disoccupati vuol dire guarire molti dalla tristezza e dalla disperazione. Non solo. Ogni volta che l'uomo può lavorare con dignità si possono ripetere le parole stesse che leggiamo nella Genesi: "e Dio vide che era cosa buona". Solo chi è cieco nel cuore può rattristarsi.