Omelia (18-09-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Un giovane è morto. E' figlio unico di madre vedova. Ogni filo di speranza appare definitivamente spezzato. Nulla è più possibile né per quel figlio né per la madre, se non seppellire l'uno e accompagnare l'altra consolandola per il dolore. Tuttavia, quel che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Gesù, vedendo quel corteo funebre, si commuove per quella vedova che accompagnava al cimitero il suo unico figlio. Le si avvicina e le dice di non piangere, poi prende per mano il giovane e gli dice: "Giovinetto, dico a te, alzati!" E quel giovane si alza e si mette a parlare. Non aveva detto il centurione: "Di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito"? La parola evangelica è sempre efficace se accolta con il cuore. Essa fa risuscitare la vita, ridona energia a chi l'ha persa, dona un cuore nuovo a chi l'ha di pietra, dona fratelli e sorelle a chi è solo. Sono tanti i giovani che, oggi, vivono senza speranza per il loro futuro, i quali tuttavia attendono qualcuno che dica loro: "Giovane, dico a te, alzati!" Il Vangelo ci aiuta a sperare e ad operare per loro. |