Omelia (19-09-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Commento Matteo 10,1-7 Le parole evangeliche esprimono un giudizio duro sulla generazione che non comprendeva né il Battista né il Figlio dell'uomo. E più avanti ancora Gesù accuserà: "O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò?" (Lc 9, 41). Anche Pietro, uscendo dal Cenacolo nel giorno di Pentecoste, disse a coloro che lo ascoltavano: "Salvatevi da questa generazione perversa" (At 2,40). Non si tratta di una presa di posizione pessimistica da parte di Gesù e di Pietro, quanto del riconoscere la cecità che ogni generazione ha nel cogliere i "segni dei tempi", ossia i segni di Dio e della salvezza che sono scritti nella storia umana. In genere siamo tutti talmente presi da noi stessi e dal nostro egocentrismo che non riusciamo a vedere null'altro oltre quel che ci riguarda. È emblematico quanto dice Gesù: Giovanni, che fa penitenza, è accusato di avere un demonio, e lui che mangia e beve di essere un mangione. Spesso si cade in atteggiamenti irritati o piagnoni perché si vuole difendere ad ogni costo se stessi. |