Omelia (28-09-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Con frequenza Gesù si appartava con i discepoli per pregare. È una scena che descrive bene la comunità cristiana che si raduna per la preghiera comune: si tratta di un momento indispensabile di intimità di Gesù con i discepoli. Quella volta Gesù chiese loro cosa la gente pensasse di lui. In verità, voleva sapere piuttosto cosa loro, che ormai da tempo gli stavano accanto, pensassero di lui. E Pietro, a nome di tutti, rispose che loro credevano che lui fosse il Messia. Gesù, contento della risposta di Pietro, continuò questo dialogo intimo con i suoi. E si spinse ancora oltre: annunciò loro - era la prima volta che lo faceva - la sua passione, morte e resurrezione. Il Messia non era un potente secondo i canoni del mondo. Egli era venuto per dare la sua vita. Si mise perciò a spiegare che mettersi alla sua sequela comportava allontanarsi dall'egoismo, rinunciare all'amore solo per se stessi e abbandonare le abitudini di sempre. Questo significa "rinnegare se stessi e prendere la propria croce". È la via del vero guadagno. La salvezza infatti non consiste nell'avere tante cose ma nell'essere larghi di cuore e appassionati per il Vangelo.