Omelia (17-09-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Luca 7,1-10

Dalla Parola del giorno
Io non sono degno che entri sotto il mio tetto... ma comanda una parola e il mio servo sarà guarito.

Come vivere questa Parola?
Luca riporta il racconto della guarigione del servo del centurione dopo le beatitudini e il comandamento dell'amore. Non basta conoscere le Scritture, osservare la legge e invocare "Signore, Signore", bisogna praticare le opere con amore e semplicità mente e di cuore. Da qui scaturisce la fede.
Il centurione romano è un 'piccolo del Regno': il suo sguardo sul servo e su Gesù è illuminato dall'amore e dall'umiltà. Anche i giudei che fanno da mediatori tra lui e Gesù ne parlano come di un uomo buono: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruire la sinagoga." Egli è degno perché ama a fatti!
A questo elogio fa riscontro l'umiltà e la fede del centurione che mentre prega il Signore Gesù attraverso gli amici giudei per il suo servo, intona una delle più belle professioni di fede nella efficacia della Sua Parola: "Io non sono degno... ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito." La potenza della Parola di Gesù opera anche in Sua assenza! Il centurione sa che quando si ha in cuore l'amore, le opere che ne derivano sono cariche di amore. Ecco la sua fede operosa.
E Gesù ne resta ammirato: "Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!"
La fede germoglia e fiorisce in una terra abitata dall'amore.

Oggi nel mio rientro al cuore ripeterò con semplice umiltà e con decisa certezza:

"Signore non sono degno... ma credo che la tua Parola d'Amore mi guarisce e mi salva."

La voce di un Padre del deserto
O Signore, che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami ogni sconveniente impeto del cuore.
Tu sai, o Signore di tutte le cose, che essi sono contro la mia volontà. Sono indegno di accostarmi a te, ma tu perdonami, perché ti ho sempre desiderato e ancora ti desidero...
Tu, che solo sei buono e misericordioso, vieni in mio aiuto e salvami...
Macario l'Egiziano