Omelia (11-10-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Avete affermato: "È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti."

Come vivere questa Parola?
Quale immagine di Dio dietro queste parole, che sono riconducibili anche a certe prese di posizione attuali? Quale religiosità? Non certo il Dio-Padre (e non paternalista) che ci ha rivelato Gesù!
Ecco, il Dio che l'uomo è sempre tentato di costruirsi è un Dio fatto su misura secondo i nostri bisogni e desideri. Un Dio che appiana tutte le difficoltà, allontana tutti i rischi, ci risparmia la fatica della lotta e della conquista. All'occorrenza sa essere "terribile", "implacabile", annientando tutti gli operatori di male (naturalmente noi esclusi). Un Dio che va fuori da questi schemi ci scandalizza e lo rifiutiamo.
La religiosità che ne consegue è una insieme di riti, formule, pratiche che hanno molto del magico. La preghiera non è tesa a realizzare un incontro profondo con Dio di cui ci si dispone ad abbracciare con amore la volontà, ma un mezzo per piegare Dio alla nostra volontà. E quando questo Dio "non si accorge" dei nostri sforzi e non risponde alle nostre attese, allora lo si "punisce", privandolo del nostro ossequio o negandone l'esistenza.
In effetti un Dio così non esiste e non è mai esistito. Questa è solo una sua caricatura di cattivo gusto. E meno male se giungiamo a liberarcene!
Il volto del vero Dio è molto più attraente. Certo, è Padre, ma come un padre vuole la piena realizzazione dei figli. Ne rispetta e ne stimola il pieno esercizio della libertà. Ne promuove la crescita verso la pienezza, che è "vivere Cristo". Lascia che affrontiamo la lotta, perché la grandezza di cui ci riveste, non sia solo dono ma conquista. È Lui il primo ad aprire il dialogo con noi, spezzandoci il Pane della Parola e quello eucaristico, in un "a tu per tu" che ci rinfranca e ci infonde pace e gioia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò emergere alla coscienza l'immagine del Dio in cui credo. È il Dio che mi ha rivelato Gesù o un Dio che mi sono costruito io? Pregherò, quindi, lo Spirito di mostrarmene il volto.

Mostrami, Signore, il tuo volto, perché non cada nel rischio di inginocchiarmi dinanzi a idoli costruiti dalla mia fantasia, ma adori te solo, mio Unico e mio Tutto.

La voce di un martire luterano
Dio non deve essere riconosciuto solamente ai limiti delle nostre possibilità, ma al centro della vita; Dio vuole essere riconosciuto nella vita, e non solamente nel morire; nella salute e nella forza, e non solamente nella sofferenza; nell'agire, e non solamente nel peccato. La ragione di tutto questo sta nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo - Egli è il centro della vita, e non è affatto " venuto apposta " per rispondere a questioni irrisolte.
Dietrich Bonhoeffer