Omelia (13-10-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Beato tu... No, beati noi!

Beato il ventre che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio. Un piccolo brano del Vangelo che contiene una grande verità. Il Vangelo può essere letto su due piani diversi. Nel primo si pensa alla salvezza come opera dell'uomo, che Dio pensa solo a ratificare verificandone l'efficacia. Questo è il piano delle sole aspettative umane attuato con norme predefinite. Nel secondo piano, l'opera di salvezza è dono gratuito di Dio che l'uomo accoglie ed accetta facendolo corrispondere alla coerenza della propria vita. Ci poniamo sul piano di Dio, nel quale possiamo inserire relazioni nuove e quasi inaspettate. Il piano della Grazia nella quale si compie ciò che umanamente non può essere previsto. Leggiamo il brano di oggi sul piano semplicemente umano. Gesù che parla è interrotto. Una donna, la precisazione non è irrilevante, benedice il grembo che ha generato Gesù ed il seno da cui ha preso il latte. Un bell'atto di fede che avrebbe potuto dare la possibilità a Gesù di fare un elogio alla propria madre, Maria. La risposta di Gesù però risuona inaspettata e quasi di ingratitudine verso la propria madre. Gesù sembra anche mortificare questo bell'atto di fede della donna. Leggiamo, però lo stesso episodio sul piano di Dio. Gesù allora, senza rinnegare la sua origine umana, invita ad una diversa beatitudine: quella dei Figli di Dio. Nasce una relazione nuova, relazione d'amore nel quale troviamo in un posto privilegiato la stessa Maria, come prima discepola di Cristo. Nel piano di Dio, la lode verso la madre di Gesù è più piena e completa, riconoscendo in Maria colei che ha ascoltato la Parola di Dio e l'ha veramente messa in pratica. L'invito per noi è leggere la nostra storia, di sofferenza, nel piano di Dio per diventare storia di salvezza.