Omelia (16-10-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Un invito a pranzo... da chi? Un fariseo invita Gesù a pranzo. Gesù è motivo di inquietudine perché, contravvenendo ad una norma religiosa divenuta ormai solo convenzione sociale, non si lava le mani. La reazione del fariseo è di sorpresa se non addirittura di scandalo per questo comportamento. Il fariseo non si pone il problema di chi sia Gesù Cristo; lo riterrà senz'altro una persona notevole - almeno per la popolarità che suscita. Il fariseo, quindi ha stimato Gesù degna della sua tavola. Egli, ritenendo Gesù il gratificato della sua magnanimità, non mostra allora gratitudine perché nella sua casa entrerà il vero Salvatore. Non dimostra, infatti quella gioia che mostrato Zacceo nell'accogliere Gesù. Il fariseo forse ha soltanto compiuto un calcolo di convenienza sociale nell'accogliere quel Gesù così popolare. Possiamo immaginare allora il pensiero del fariseo quando si rende conto che Gesù non è quello che lui si immaginava. Probabilmente il non rispetto della norma delle abluzioni prima del pranzo lo avrà fatto pentire di quest'invito. Il fariseo non è interessato a delle norme igieniche figlie del nostro tempo, ma di quella che può essere ritenuta una violazione della legge. La reazione di Gesù è allora ancora più sdegnata. Non ha paura di confrontarsi con lo stesso fariseo che lo aveva invitato. Notiamo questo particolare: Gesù non dimostra quella soggezione che il fariseo si sarebbe aspettato e non si lascia sfuggire nessuna occasione per insegnare la vera legge, quella dell'amore e della carità. Chiediamo, allora di accogliere nel nostro cuore Gesù con gioia, liberandoci da ogni ipocrisia, perché anche noi riusciamo a dire con Gesù "oggi è entrata la salvezza in questa casa". |