Omelia (27-10-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Non c'è più nessuna condanna per quelli che vivono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà la vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Come vivere questa Parola? Una parola di grande consolazione questa che S. Paolo oggi ci offre nella prima lettura. Siamo liberati da ogni condanna e, per di più, il "pungiglione" del peccato e della morte non può arrecarci alcun danno. Apriamo perciò bene le orecchie del cuore! Tutto questo avviene per quanti "vivono in Cristo Gesù", cioè non soggiacciono a quella legge-dinamismo del peccato che prima ti promette e seduce sulla linea del piacere, del più avere e dell'apparire, poi, non solo ti delude, ma l'amarezza del vuoto fa spuntare dentro di te infiorescenze venefiche come cattiverie varie, malumore, avidità sempre inappagata, ansia, paura angoscia della morte. Ecco, proprio questo proviene dalla legge del peccato e della morte, che del peccato è sempre la conseguenza. Da tutto questo noi veniamo gradualmente salvati a misura che, invece di lasciarci andare su queste strade, CAMMINIAMO guidati dallo Spirito Santo "che dà la vita in Cristo Gesù." Una vita che porta il 'frutto dello Spirito', cioè Gesù e il Suo Vangelo. Ecco allora il clima di libertà che si crea in noi e attorno a noi che maturiamo, in forza dello Spirito e del nostro aderire a Lui: "pace, amore, gioia, pazienza, mitezza, misericordia, castità." Oggi, nella mia pausa contemplativa, guarderò con realismo alla contrapposizione: legge del peccato – legge dello Spirito; esito di morte – esito di vita piena in Cristo Gesù. Signore Gesù, sono qui a chiederti di CAMMINARE oggi nel Sì allo Spirito Santo e nel no alla legge di morte insita nel mio egoismo. La voce di un grande mistico di oggi Cristo. E anch'egli ha lasciato il seno del Padre e si è commosso di noi e ci ha amati perdutamente. Tu ora non sei che nostro fratello, hai sofferto ogni nostro dolore. Noi ti sentiamo nel tuo pianto sulla fossa di Lazzaro. La nostra carne non ti abbandona: sei un Dio che si consuma in noi, un Dio che muore. Vivi di noi, sei la verità che non ragiona: un Dio che pena nel cuore dell'uomo. David Maria Turoldo |