Omelia (24-06-2007)
don Giovanni Berti
Un nome da non dimenticare

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Chi mi conosce sa che ho un rapporto davvero "tragico" con i nomi delle persone, perché li dimentico con estrema facilità.
Forse è perché sono molto distratto e smemorato. Fatto sta che quando ci sono delle presentazioni, dopo la terza persona ho già dimenticato i nomi delle precedenti, e in un gruppo di persone, di giovani, di ragazzi e di famiglie, specialmente in parrocchia, non ricordo mai i nomi di tutti e rimedio sempre delle figure tristi.
Conoscere il nome è invece molto importante e se c'è una cosa che chiedo spesso al Signore è proprio di aiutarmi a ricordare il nome della persona che ho davanti o che incontro per caso.
Ma forse più che il nome come insieme di lettere, la cosa da ricordare è il nome interiore della persona che pian piano si svela e si conosce molto più lentamente che la semplice parola del nome.
Il bambino che nasce da questa coppia di anziani ebrei presentati dal Vangelo, ha una missione ben precisa, che inizia già quando è ancora in fasce ed è presentato alla sua famiglia appena nato.
E' la missione di preparare la via al Signore Gesù attraverso la predicazione nel deserto, il battesimo nel Giordano e anche alla fine con il martirio che subirà ad opera di Erode.
"Giovanni è il suo nome", contro le consuetudini di famiglia e con l'assenso del padre muto alla decisione della madre. E con questa scelta strana e fuori dalla tradizione inizia la sua storia di rottura e di provocazione per gli israeliti del suo tempo che si erano un po' intiepiditi nell'attesa del Messia e non ci credevano più di tanto.
"Giovanni" significa più o meno "Dio ha avuto misericordia". In questo nome il Battista trova il senso e la forza della sua vita. Se mai un giorno si è domandato "che senso, che direzione ha la mia vita?", nel nome ha sicuramente trovato risposta.
Noi tutti, oltre al nome che i nostri genitori hanno scelto (secondo le più disparate motivazioni) e che ci identifica in modo superficiale, abbiamo un nome profondo che è marchiato nel cuore della nostra vita. E' il nome di Cristo.
Il nome che dà senso e direzione alla vita è proprio questo. E non lo posso dimenticare. E so che è il nome che porta anche chi mi sta accanto e che incontro, anche se non ricordo il suo nome e cognome anagrafici. So che è Cristo come lo sono io. E io e lui abbiamo quindi la stessa vocazione ad amare ed essere amati come ha fatto il primo che ha portato il nostro comune nome: Gesù di Nazareth, il Cristo.
Spero davvero di non dimenticare mai questo nome sia per me stesso in modo che da non dimenticare mai il senso ultimo di quello che sono e dove sono diretto.
E spero di non dimenticare mai questo nome nel mio prossimo, che devo amare, onorare e sostenere... proprio come ha fatto a suo tempo Giovanni il Battista che ha amato, onorato e sostenuto Gesù.

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