Omelia (01-11-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 1Gv 3,1-3

Dalla Parola del giorno
Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Ma sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è. Chiunque ha questa speranza in Lui purifica se stesso come Egli è puro.

Come vivere questa Parola?
È certo che siamo già fin d'ora "figli di Dio" e non solo sue creature. Ma di quello che saremo nella vita eterna ci è detto qualcosa di molto grande: "Saremo simili a Lui". E quel LUI è riferito certamente a Cristo, il risorto dai morti, il Dio incarnato e glorificato. La ragione di questa stretta somiglianza sta nel fatto che "lo vedremo come Egli è". Nel nostro poterlo contemplare, avverrà dunque una specie di assimilazione, una trasformazione un po' come dice S. Paolo: 2Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito Santo."
La gioia di essere già figli dunque ci appartiene ma non è ancora in pienezza. Si tratta di vivere questa gioia, questa appartenenza che è dono assolutamente gratuito di Dio ma è anche chiamata a collaborare perché venga costruito, giorno dopo giorno, con l'adesione a ciò che Dio vuole ed ha espresso prima in comandamento e poi negli insegnamenti dati da Gesù nel Suo Vangelo.
Ecco perché chi ha questa speranza – dice il testo – purifica se stesso. Non si tratta di abluzioni rituali, ma di una purificazione della coscienza, delle profondità del cuore. E il motivo che lo esige è Gesù stesso: "come Egli è puro."

Oggi, in quiete contemplativa, me ne sto in compagnia dei miei fratelli e sorelle santi. La loro festosa assemblea mi dice che anche io sono chiamato a realizzare questa trasfigurazione di me aderendo con gioia all'iniziativa di Dio.

Signore Gesù, ti prego, conforma il mio cuore al Tuo. Purificami e assimilami al Tuo essere Amore.

La voce di un grande poeta dei nostri giorni
Non so quando spunterà l'alba / non so quando potrò / camminare per le vie del tuo paradiso /
non so quando i sensi / finiranno di gemere / e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!) / già ubriaca, sarà / finalmente calma / e lucida:
e potrò vederti in volto / senza arrossire.
David Maria Turoldo