Omelia (01-11-2007)
Omelie.org - autori vari


Desidèri terra terra
Immaginiamo per un istante che ognuno di noi avesse la possibilità di realizzare tre desideri come Aladino.. Quali desideri esprimereste? Fate questo esercizio in un attimo di silenzio. Visualizzate la classifica: al primo posto, al secondo posto, al terzo posto.
La festa di oggi e la prima lettura ci fanno contemplare la realtà invisibile, la Gerusalemme celeste, la nostra vera patria. Pellegrini sulla terra, infatti, camminiamo verso questa meta: la visione di Dio e della sua gloria, la partecipazione alla sua vita eterna e beata. Santi fra i santi.
La Trinità ha creato ciascuno di noi per questo. Il Padre ha mandato il suo Figlio per questo. Il Figlio ha versato il suo sangue ed ha effuso lo Spirito Santo per questo. Questo è il senso della vita e la sua piena realizzazione secondo la nostra fede.
La prima considerazione o "pro-vocazione" che viene dalla Parola di Dio è dunque questa: quale senso do alla mia vita? Quando sogno la mia "realizzazione" nella vita a cosa penso? Mi sento pellegrino sulla terra oppure vi ho piantato così profondamente le radici da non potermi né volermi muovere? Credo alla vita eterna, sì, ma la desidero? Credo all'esistenza di Dio, sì, ma desidero poi così tanto di vederlo? Credo la comunione dei santi, sì, ma desidero diventare uno di loro? Esaminiamo i nostri tre desideri. C'è forse un desiderio celeste fra di essi oppure, per quanto nobili e grandi, sono tutti "terra terra"?

Qual è il tuo segno?
Una recente notizia in fatto di ultima moda riguardante i tatuaggi è quella di farsi segnare a fuoco. Non importa che sia molto doloroso, non importa che sia un procedimento usato in passato per marchiare le bestie. Dopo il sigillo di uno stilista sui propri abiti, il sigillo a fuoco sul proprio corpo è l'ultimo rimedio per chi ha fatto della terra e della carne il senso della propria vita.
Chi cerca la propria identità al di fuori della relazione di appartenenza a Dio cercherà di distinguersi da tutti o di somigliare per forza a qualcun altro per essere a tutti i costi "qualcosa". Per non guardarsi nello specchio e rischiare di non vedersi.. Come succede ai vampiri: esseri senza vita affamati di vita e costretti a succhiarla per sopravvivere in una non vita a scapito di altri.
La seconda "pro-vocazione" viene dunque dal "sigillo" diminutivo del latino "segno". Noi cristiani non siamo alla moda ma non siamo differenti dagli altri uomini. Noi siamo solo dei "salvati" dalla non vita grazie al segno della croce, grazie al corpo e al sangue di Cristo che è la Vita. Noi siamo stati "segnati" col Fuoco dello Spirito Santo per essere santi, per essere capaci di offrire il nostro corpo e la nostra vita nel segno dell'amore. Sigillati dalla Vita di Dio per vivere sopra la natura, per vivere oltre la morte del corpo e per sopravvivere ad una vita che si esprime pienamente col corpo ma che sperimenta il vuoto senza l'anima donatale da Dio. Noi abbiamo ricevuto il "sigillo" della santità di Dio per essere tutti santi, tutti diversi nella propria identità ricevuta da Dio e tutti simili a Lui nell'amore.
Il mio segno zodiacale sarà la mia vita? La mia libertà, la mia volontà da chi o da cosa sono segnate? Qual è il mio marchio, il mio segno d'identità, di origine e di appartenenza? Qual è il mio sigillo di qualità della vita?

In che consiste la santità?
Ti piacerebbe essere santo? Magari!!! La parola "magari" viene dal greco "macarios" che si traduce con "beato". Beato me! Probabilmente mi piacerebbe di più essere milionario che santo. Tuttalpiù mi piacerebbe essere santo per fare qualche miracolo. Mi piacerebbe essere santo per essere ammirato, ricercato, ricordato!
La santità ha inizio quando, qualunque cosa tu possa dire o fare di buono, ti senti e ti esprimi come il pubblicano di domenica scorsa: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
La santità non è mai il punto d'arrivo, ma sempre il punto d'inizio.
La santità inizia col desiderio di essere santo perché questo è il desiderio di Dio per me.

Noi siamo siamo figli di Dio, e lo siamo veramente. Perciò abbiamo iniziato ad essere santi dal battesimo, dal momento in cui siamo ri-nati per opera dello Spirito Santo, dal momento in cui è la vita divina scorre dentro di noi grazie al sangue di Cristo.
La santità non è un merito ma un dono da restituire a Dio.
La santità non è una conquista ma la perdita di tutto ciò che vorrei all'infuori di Dio.

Io non vivo la santità perché non credo alla mia santità. Non mi stimo quanto mi stima Dio.
Io non credo che il mio desiderio di felicità (poter dire: "magari! Beato me!") si possa davvero realizzare nel vivere come Gesù:
nell'umiltà del cuore,
nell'afflizione per il peccato,
nella mitezza del temperamento,
nell'impegno per i poveri,
nel perdono delle offese,
nella purezza delle intenzioni,
nella bontà delle azioni,
nel pagare di persona e volentieri.

La santità è l'essenza del cristianesimo. Il cristiano o è santo o non è niente.
La santità è somigliare a Dio che non pensa alla propria beatitudine ma vuole quella altrui.
La santità consiste nella beatitudine che la carne fugge ed il mondo disprezza.
La santità consiste nello svuotarsi di tutto per essere riempiti dal Tutto.
"La santità non è il lusso di pochi ma il dovere di tutti" (Madre Teresa di Calcutta).

Commento a cura di don Giampaolo Perugini