Omelia (01-04-2007) |
don Giovanni Berti |
Dentro la Passione Clicca qui per la vignetta della settimana. Questa domenica delle Palme che precede la Settimana Santa, leggiamo il lungo racconto degli ultimi giorni di Gesù. Sono i giorni più intensi e riassuntivi della sua esistenza. In questi giorni Gesù porta a compimento la sua missione di raccontare con la vita l'amore di Dio... Molti personaggi affollano questo racconto e si muovono attorno a Gesù arrestato, processano e condannato... Ci sono dentro anch'io credente che non posso sentire questa come una storia che "c'era una volta... e ora non più", ma è per me una storia che coinvolge oggi e sempre... Io sono un apostolo. Gesù mi chiama a preparare e vivere la sua ultima cena per poi continuarla anche quando lui non ci sarà più. Ma poi mi dimentico che è la cena dell'amore e della condivisione, e mi perdo a discutere quanto valgo, nella continua ricerca di essere il primo, il più grande... Ma Gesù mi ricorda che il vero potere è servire, e la vera grandezza è farmi piccolo tra i piccoli, povero tra i poveri. Sono Pietro. Ho voglia di credere e di rimanere fedele alla promessa fatta a Gesù. Ma poi basta l'accusa di una serva qualsiasi a farmi prigioniero della paura. Basta poco e mi dimentico che Gesù ha bisogno di me. Ma lui con il suo sguardo mi riempie gli occhi di lacrime, e la mia faccia dura si scioglie nell'emozione profonda del perdono. Sono Giuda. Con un bacio tradisco Gesù. Tradisco la sua fiducia, e nel momento nel quale gli sono più vicino con il corpo gli sono lontanissimo con il cuore... C'è ancora spazio di perdono per me? Sono Pilato. E pur cercando di liberare Gesù perché qualcosa mi dice che è innocente..., mi lascio condizionare dal mondo. Non ascolto più la coscienza (che è il luogo vero dell'incontro con Dio) ma ascolto solo quello che viene da fuori di me, dalla gente, dal potere, dai pregiudizi... Sono uno tra la folla a gridare "Crocifiggilo, crocifiggilo" mentre qualche giorno prima ero li a osannarlo mentre entrava in Gerusalemme per chiedergli una guarigione e un miracolo. Come sono veloce a cambiare parere! Come sono facile a farmi influenzare dalla mentalità comune e dal "si dice...". Ma Gesù sulla croce invece di maledirmi dirà "Padre, perdonalo, perché non sa quel che fa..." Sono il Cireneo. Preso per caso e senza preavviso, aiuto Gesù a portare la sua croce che per un piccolo tratto diventa come mia. Imparo a essere disponibile sempre, ogni volta che qualche derelitto ha bisogno di un sostegno, anche momentaneo. Non gli risolvo il problema, ma almeno gli faccio sentire una vicinanza amica... Sono il buon ladrone, crocifisso vicino a Gesù. Sento che questo disgraziato è li per me e io con lui. C'è dolore nelle mie carni, ma pace nel cuore e nella mente. Il dolore non vince, anche quando è grande. E il paradiso è vicino a me... Sono la donna che insieme alle altre donne guarda da lontano quel che succede sul Golgota. Il giorno dopo mi recherò al sepolcro per i riti della morte perché Gesù è finito e con lui il suo regno... Ma una sorpresa mi attende, una novità è pronta per me e per tutti gli altri che a loro modo hanno incrociato il Signore nella sua vita e nella sua morte... Sarò capace di stupirmi ancora in questa Pasqua? Sarà per me solo la celebrazione di una storia morta nel passato? Sarò capace di accettare da Gesù l'invito a entrare ancora una volta nella sua storia di salvezza? Clicca qui per lasciare un commento. |