Omelia (18-03-2007)
don Giovanni Berti
Mio padre, tuo figlio, padre nostro...

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Il figlio minore torna a casa. Dopo anni di vita in discesa la fame lo avvicina alla porta della sua famiglia.
Sa che almeno qualcosa da suo padre riceverà, anche fosse solo il posto dello schiavo.... In fondo non si merita nulla di più.
Ma il padre gli corre incontro e lo fa sentire figlio. Questo padre ha ora l'occasione di dimostrare tutta la potenza del suo amore, che forse nella vita normale di prima non aveva avuto occasione di insegnare al figlio che incoscientemente stava in casa. Forse è per questo che è scappato?
E l'abbraccio di accoglienza che lo avvolge si allunga verso l'altro figlio che inaridito dal vivere solo con il senso del dovere non riconosce più l'altro come suo fratello. Eppure sono uguali, dello stesso colore della terra.
L'abbraccio del Padre al figlio ritornato non è completo se non avvolge e ricongiunge anche l'altro. Il primo dice "mio padre", e il secondo "tuo figlio". Ma la festa è possibile solo se i due diranno insieme "padre nostro".
Ma questo Gesù non lo racconta e lascia la parabola in sospeso. È in sospeso perché io entri in questa storia e la faccia diventare mia e la completi nella mia vita.
Sono anch'io il figlio minore. Ogni volta che almeno un po' mi rialzo dalle mie miserie e guardo verso Dio, posso trovare un abbraccio di perdono che mi ridona la vita. Forse è proprio quando tocco il fondo del mio limite che posso conoscere finalmente che Dio è Amore e non solo che Dio giudica e legifera.
Sono io il figlio maggiore, che non posso chiamare "Padre" il Dio dei cieli se non dico al prossimo "mio fratello". E come Chiesa non possiamo pregare il Padre Nostro se non siamo capaci di deporre le durezze del giudizio e fino a che non ci lasciamo avvolgere dall'unico infinito abbraccio del Padre, che raccoglie in se tutti, lontani e vicini, chi va in chiesa e chi non ci va più, chi vive secondo gli insegnamenti della dottrina morale e chi non li vive o li vive in parte... Un unico abbraccio di perdono che ci fa sentire tra di noi più uguali che diversi...
Padre NOSTRO che sei nei cieli...
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