Omelia (11-03-2007) |
don Giovanni Berti |
La pazienza di Dio e la nostra impazienza! Clicca qui per la vignetta della settimana. Il fico è stato piantato per raccogliere a suo tempo frutti dolci e nutrienti. E' questa la sua vocazione... ma la pianta sembra avere la vocazione solo di sfruttare il terreno e di non dare nulla. Quanta pazienza ha questo vignaiolo con questa improduttiva pianta! Lui ha fiducia che potrà dare il frutto che ora non si vede, basta prendersi cura di lei e non condannarla subito. Sono queste la stessa pazienza e la stessa cura che Dio ha con me. Dovrei produrre frutti buoni, che servono ad addolcire e nutrire la vita di altri. Ma mi accorgo che dai rami delle mie giornate a volte non pende nulla. Eppure sono stato piantato in questo mondo perché non resti improduttivo. E non parlo dell'ansia produttiva dell'economia e della materia, ma del bisogno che l'uomo nel mondo produca amore. Per questo io sono stato piantato nel pezzetto di terreno dove sono ora, che è la mia parrocchia, le mie amicizie, la mia famiglia e quel pezzetto di umanità che incontro nella mia vita quotidiana. Ma io ho la stessa pazienza con me stesso? So tener duro di fronte alle delusioni quando mi vedo improduttivo? So prendermi cura della mia vita spirituale in modo che ritorni a dare i buoni frutti? E ho la stessa pazienza con chi mi sta vicino e dal quale a volte pretendo troppo e subito? Tutti siamo come il fico della parabola. Tutti siamo sotto la pazienza e la cura di Dio, che crede ancora nell'uomo che Lui ha piantato nel giardino della storia. La stessa pazienza e cura viene chiesta a me, a noi. Pazienza e cura in modo che, anche se poco, ognuno ritorni a dare il frutto buono per il quale è stato piantato da Dio. Clicca qui per lasciare un commento. |