Omelia (23-11-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù sapeva quel che lo attendeva a Gerusalemme, ma non fuggì, entrò in città e si diresse, forse ancora con le lacrime agli occhi, verso il tempio: era il cuore della città, il luogo della presenza di Dio. Ma la casa di preghiera era stata trasformata in luogo di mercato, di affari, di compravendita. Non era più la casa dell'amore gratuito di Dio per il suo popolo, bensì un luogo ove mercanteggiare sia il rapporto con Dio che quello con gli uomini. Gesù, adirato, scacciò i venditori: "La mia casa sarà casa di preghiera". L'unico rapporto vero, l'unico che ha cittadinanza piena nella vita, è l'amore gratuito per Dio e per i fratelli. E Gesù, dopo aver cacciato i mercanti, restò nel tempio mettendosi ad annunciare ogni giorno il Vangelo: il tempio tornò ad essere santuario della misericordia e dell'amore gratuito del Signore. Ovviamente, non mancò l'opposizione a Gesù da parte dei sapienti e di chi si riteneva già a posto, di chi aveva ancora una mentalità mercantile nel cuore. Al contrario, i poveri e i deboli, che avevano bisogno di tutto senza poter reclamare nulla, di fronte alla gratuità dell'amore accorrevano e "pendevano dalle sue labbra", come nota Luca. |