Omelia (26-11-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Gesù, ancora nel tempio, ha appena messo in guardia dal comportamento degli scribi che vantano preghiere ma opprimono le vedove. Mentre sta parlando osserva alcuni ricchi che fanno la loro cospicua offerta. Giunge una povera vedova che getta nella cassetta appena due spiccioli. Il gesto e la somma di questa povera donna sono del tutto irrilevanti rispetto a quanto hanno dato i ricchi. Eppure quel gesto, considerato insignificante nella mentalità di questo mondo, è riconosciuto eterno dal Signore. Quella donna ha dato tutto a Dio, non ha trattenuto nulla per sé. Il suo gesto, infatti, non nasce da un calcolo protagonista ma solo dall'amore per il suo Dio. Davvero quella vedova ama Dio con tutta la sua anima, con tutte le sue forze, con tutta se stessa, sino a dare quanto ha per vivere. E l'amore ha reso immortale quel gesto, come rende immortale ogni parola e ogni azione buona fatta verso i deboli e i poveri. Quel che agli uomini sembra insignificante è reso eterno da Dio. Per questo, al termine della nostra vita ci sentiremo dire: "vieni servo buono e fedele, perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare". Un pezzo di pane dato con amore vale la vita eterna.