Omelia (09-11-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
La madre di tutte le chiese Da sempre l'uomo religioso ha cercato in tutti i modi rendere presente e visibile la divinità, anche quando le fede dettava loro che si tratta di un Dio invisibile ed inaccessibile alle umane facoltà. Il popolo eletto, per volere divino, costruì il famoso tempio di Gerusalemme per dare una dimora a Dio, godere della sua presenza e testimoniare la reciproca fedeltà all'alleanza. Nella cristianità, la chiesa, nuovo tempio del Dio tra noi, ha assunto un significato più profondo: è il luogo dove i fedeli celebrano, in comunione di fede, i divini misteri, dove Dio stesso si rende presente in mezzo a noi per intessere un dialogo perenne con i suoi figli e dove, sotto le specie eucaristiche, li nutre con il suo corpo e il suo sangue. È il luogo dove i misteri divini si svelano nelle celebrazioni liturgiche e dove la chiesa come edificio rende visibile la chiesa vera, quella intesa come comunione di fedeli che, in Cristo sperimentano la fraternità. È perciò anche il luogo della festa, che trova la più sublime espressione nella celebrazione eucaristica, memoriale della morte risurrezione del Signore. Oggi celebriamo l'inaugurazione della Basilica di S. Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, madre di tutte le chiese, e cattedrale del Papa. È il segno, visibile, come proclama il vangelo di oggi, della universalità e della apostolicità della chiesa, che ci vede tutti uniti nell'unico corpo di Cristo, come adoratori in spirito e verità. |