Omelia (22-11-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo. " Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi." Come vivere questa Parola? In questo brano, Luca dà l'ultimo tocco al ritratto di Gesù. Il suo pianto ci rivela il mistero più grande di Dio: la sua passione per noi. Ci rivela pure l'incarnazione profonda del Cristo nella sua Terra, nel suo popolo, nella storia del suo tempo. Gesù piange su Gerusalemme. La condanna cadrà su di essa. Egli, tuttavia, non può impedirla. Le lacrime manifestano la sua impotenza e nascondono un profondo mistero. Già alla soglia della sua morte, non parla di quanto gli accadrà, ma piange sulla sua gente. Le parole che Gesù rivolge alla sua città non sono minacce, né la sua distruzione sarà castigo del cielo. Dio è misericordioso e perdona. Le parole di Gesù sono una constatazione sofferta del male che il popolo fa a se stesso. La sua Terra non ha riconosciuto il tempo della visita di Dio e quindi non ha conosciuto la pace. Questa istantanea del Messia che soffre per l'odio e la violenza di Gerusalemme sono di un'attualità sconcertante, non solo per il Medio Oriente, ma per tutte le nazioni dove si vive nell'egoismo e nella corsa al potere e al denaro. Dove c'è la guerra con tutte le sue conseguenze. Compito della comunità cristiana, di ciascuno di noi, è un ascolto premuroso di tutte le voci che si levano dalle città dell'uomo: voci dei poveri, di coloro che vivono nell'emergenza quotidiana; voci di chi governa, di chi studia le cause delle problematiche sociali; voci degli operatori sanitari, dei volontari, della comunità ecclesiale. Non possiamo rimanere indifferenti, come non lo è stato Gesù. Il nostro ascolto vuole tradursi in gesti concreti di collaborazione e di servizio, secondo le nostre responsabilità e possibilità.. Oggi, nella pausa di silenzio che cercherò di trovare nel mio lavoro, pregherò così: "Signore Dio, aiutami a prestare attenzione alla tua parola che dona la pace e insegnami a riconoscere il tempo della tua visita al mio cuore, alla mia città, alla società in cui vivo". La parola di un monaco Ogni volto umano si specchia in quel volto: è il volto risoluto e intraprendente del Figlio, è il volto di un uomo che piange. Ed è quel volto in cui ogni volto umano, quel volto su cui anche solo una lacrima che scivola, potrà specchiarsi. Il volto del maestro è quel volto che rende riconoscibile a noi stessi qual è sia la nostra faccia, laddove siamo almeno capaci di piangere. Pino Stancari |