Omelia (23-11-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo: " Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!" Come vivere questa Parola? Continua l'ultimo viaggio di Gesù a Gerusalemme. Forse ancora con le lacrime agli occhi per il dolore nei confronti della sua città, il Maestro prosegue verso il centro storico. Lui sa bene quello che lo attende, ma non fugge. Si dirige fino al Tempio, che già i profeti avevano chiamato "casa di preghiera" e vi trova il mercato. La sua reazione è immediata e la più violenta fra quelle ricordate dal Vangelo. Annota un biblista: "Credo che dietro questa vicenda si nascondano due lezioni aggiornatissime. La prima: Gesù se la prende con chi "mercanteggia" con le cose di Dio. Mercanteggiare, cioè trattare Dio alla stregua di un assicuratore, fare patti, chiedere offrendo. Non ci è mai venuto in mente di dire a Dio: "Ma come, io vengo a Messa, prego, e poi mi succede questo e quest'altro".... La seconda riflessione, più ampia, nasce dal nostro rapporto con le cose e il denaro. ..Ho visto famiglie sbranarsi per un'eredità, sentimenti calpestati per beni terreni. Il cuore del discepolo è un cuore che conosce il rischio dell'accumulo, del non avere freni, dell'ambizione che mai si sazia di ciò che ha. Tante volte siamo tentati dal potere, dal possesso, che ci tolgono la purezza del cuore, dove, secondo l'insegnamento di Gesù, sta il tempio, la casa di preghiera di ogni persona. Compito della riflessione e della preghiera di questa giornata sarà allora di visitare la nostra anima, la parte più intima del nostro essere per scoprire qual è il nostro rapporto con Dio. Allora chiederemo allo Spirito di aiutarci a leggere i nostri sentimenti, a Lui, che secondo S. Agostino, è più intimo a noi di noi stessi (intimior intimo meo) affidiamo il nostro cuore perché lo purifichi col suo fuoco d'amore. Da un romanzo contemporaneo Il bambino, in ginocchio, con l'anima protesa e le mani giunte, parlava lentamente, ad alta voce, recitando i responsori del salmo con tanta attenzione, con tanto rispetto, che il senso di quella mirabile liturgia, che non ci stupisce più, perché siamo abituati a sentirla borbottare frettolosamente a bassa voce, si rivelò improvvisamente a Durtal. J. K. Huysmans |