Omelia (03-12-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Verranno molti popoli e diranno: «Venite saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Come vivere questa Parola? In questa immagine, il sogno di Dio, da sempre. Fiumi umani, che un tempo si erano diramati dalla fatidica torre di Babele distaccandosi dalla 'Sorgente' e contrapponendosi sempre più l'un l'altro, risalgono la china ritrovando nella comune meta la via della comunione e della pace. Un sogno che è affidato anche alle nostre mani e che l'avvento ci sollecita a prendere sul serio. Dio, per primo, ha eliminato tutte le distanze, è venuto a cercarci, si è calato nella nostra condizione segnata dal peccato dalla diffidenza dalla chiusura dal non-amore. Si è spinto fin sulla soglia delle nostre case ma non ha voluto, non vuole forzarne la porta. È lì, in attesa che ci decidiamo a prestargli attenzione. L'avvento ci richiama a questo, ricordandoci la nostra 'vocazione' alla pace. Ma questa è possibile solo se i nostri passi tornano a convergere ripercorrendo a ritroso la strada che ci riporta a 'casa'. Siamo fratelli perché figli di unico Padre, chiamati a condividere la gioia dello stesso 'tetto'. Perché allora non convertire "le nostre spade in vomeri", "le nostre lance in falci", "i muri in ponti"? Perché non rimuovere i piccoli e grandi attriti che limano la convivenza all'interno delle stesse famiglie? Perché non trovare il coraggio di rivolgerci l'un l'altro l'invito a tornare al Signore e a lasciare che Lui stesso ci insegni le vie della vita, quelle lastricate di amore autentico concreto spicciolo? Oggi, nella mia pausa contemplativa, individuerò le situazioni di non-amore o di poco amore che ristagnano dentro di me. Mi impegno quindi a quindi rimuoverle con coraggio, per vivere sul serio l'avvento. Concedimi, Signore, la grazia di vivere questo avvento in pienezza, facendo spazio all'amore in me e intorno a me. La voce di un testimone dei nostri giorni Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno "le ragioni di pace". Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine quando non c'è tornaconto né convenienza né interesse di pace, vale a dire quando incomincia a parere una follia davanti al buon senso della gente "ragionevole". Primo Mazzolari |