Omelia (04-12-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Il Vangelo ci mostra Gesù in preghiera. E' un invito anche a noi ad essere uomini e donne dell'Avvento, ossia di preghiera. La preghiera, infatti, pone il credente in una condizione di attesa, l'attesa del Salvatore. Nota l'evangelista che Gesù "esultò nello Spirito". L'esultanza di Gesù non nasce da una sua esaltazione psicologica momentanea, ma dallo Spirito che plasma il cuore e lo dirige verso il Padre. E' un momento solenne: Gesù si rivolge al Padre che è anche il "creatore del cielo e della terra". Gesù unisce al senso della familiarità verso il Padre quello della grandezza del Creatore. Questo è il nostro Dio: Padre e Creatore. E lo ringrazia perché questo Padre ha scelto di rivelare il mistero della salvezza ai piccoli, nascondendolo ai sapienti. È un comportamento distante dalla logica umana. Dio infatti sceglie i piccolie i poveri come suoi prediletti. E Gesù, che tutto ha ricevuto da Padre, a sua volta rivela questo mistero nascosto nei secoli ai piccoli e ai popveri. Si fa egli stesso piccolo nascendo in una mangiatoia. In tutte le pagine evangeliche appare questa predilezione per i poveri. E' questa la ragione della loro beatitudine. Non sono beati perché poveri, ma perché il Signore li ha scelti come suoi primi amici. Essi infatti vedono che Gesù si avvicina a loro, anzi diviene debolo e povero accantoi a loro sino a morire sulla croce. Vedendo come Gesù li ama, essi vedono Dio stesso e comprendono fino a che punto sono da lui amati. Molti profeti hanno desiderato vedere Gesù e udire le sua parole, ma non hanno avuto tale grazia. I discepoli, i poveri e noi questa grazia l'abbiamo ricevuta. Non sprechiamola! |