Omelia (14-12-2007)
mons. Vincenzo Paglia


La Parola di Dio continua a prenderci per mano perché disponiamo il nostro cuore ad accogliere il Signore. Anche per questa nostra generazione è giunto il momento di lasciarsi toccare il cuore dalla predicazione del Vangelo. La tentazione frequente è mettere continuamente le scuse più diverse per evitare di accogliere l'esortazione che ci viene dal Vangelo e ritornare al Signore con tutto il cuore. Quante volte, purtroppo, si deve dire anche per noi: "Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto". Ciascuno di noi infatti è portato a pensare solo a se stesso: è l'unica melodia che conosciamo e che seguiamo. Ma anche per noi, come fu per Giovanni Battista e per la gente del suo tempo, giunge il momento della scelta, ossia decidere se seguire Gesù o se continuare ad andare dietro a noi stessi. Si tratta di una scelta che non è rinviabile per nessuno e che l'imminenza del Natale ci pone con una urgenza ancora maggiore. Anzi c'è da aggiungere una cosa: a noi che abbiamo ricevuto molti più doni e molte più parole e segni di quanti ne ebbero gli abitanti di Tiro e Sidone, verrà chiesto conto di quel che ne abbiamo fatto del Vangelo che ci è stato consegnato.