Omelia (15-12-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Dopo l'esperienza della trasfigurazione maturava sempre più nei discepoli la convinzione circa la messianicità di Gesù. Ma vi era una problema posto dagli scribi e che interrogava i discepoli: prima del Messia doveva venire Elia. In effetti nel libro del profeta Malachia si legge: "Ecco, io mando il profeta Elia prima che venga il grande e terribile giorno di Jahvé. Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli e i cuori dei figli verso i padri, affinché, venendo, io non abbia a colpire di anatema il paese" (Mal 3, 23). Gesù conferma ai discepoli questa profezia, ma spiega che Elia è già venuto. Ma la gente non l'ha riconosciuto, anzi lo ha rifiutato. I discepoli comprendono che Gesù sta parlando del Battista. E non pongono più altre questioni. Questo passo evangelico ci fa comprendere che c'è sempre bisogno che qualcuno prepari la strada al Signore che viene, che ci sia una voce che gridi forte nel deserto di questo mondo e dei nostri cuori. Ma chi è il nostro Giovanni Battista, qual è la voce che grida alle nostre orecchie? E' il Vangelo. Sì, la Parola di Dio libera i nostri cuori da ogni asprezza, da ogni voragine e da ogni montagna per essere pronti ad accogliere il Signore che viene. |