Omelia (18-12-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Il rischio del ripudio

Per noi credenti l'espressione: «incinta per opera dello Spirito Santo» suona suadente e comprensiva perché la fede ci sostiene, ma come poteva Giuseppe, il promesso sposo di Maria, capire appieno quel grande mistero che si stava compiendo in lei? Le voci umane non sono assolutamente sufficienti a spiegare i misteri di Dio e gli occhi degli uomini si fermano talvolta, inesorabilmente, alle apparenze, da cui pensano di trarre l'evidenza dei fatti. Così gli uomini spesso si giudicano e si distruggono. Occorre perciò che a soccorso dei dubbi di Giuseppe intervenga ancora la voce di un Angelo del Signore a ripetere e scandire le verità riguardanti la prodigiosa maternità della vergine Maria. Ci sorprende nella vicenda il suo silenzio; viene da pensare che talvolta il Signore, prima ci coinvolge nei suoi misteriosi piani, mettendoci poi nei guai nei confronti degli uomini. Ancora una volta ci appare come i due protagonisti di un grande progetto di salvezza, siano coinvolti nella sofferenza del dubbio e nel rischio di un ripudio. Che sia un anticipo della passione del Cristo? Un invito a comprendere che per essere con lui sia necessario diventare realmente partecipi della sua storia? O forse ci si vuol dire che essere privilegiati da Dio non significa avere di conseguenza una garanzia di immunità dal dolore e dalla sofferenza? Certo è che la prediletta del Signore sarà la prima a condividere profondamente il martirio del figlio suo e la ritroviamo, dopo una serie di dolorose vicende, ai piedi della croce a offrire con gesto sacerdotale la vittima a Dio.