Omelia (25-12-2007) |
padre Antonio Rungi |
Grazie Gesù che sei venuto tra noi Eccoci nuovamente anche in questo 2007 a ricordare nella preghiera, nella contemplazione, nella gioia del nostro cuore la nascita del Signore. Nonostante i cambiamenti radicali che si sono verificati nel mondo di oggi, il Natale per noi cristiani conserva tutto il suo fascino e richiama a ciascuno di noi il grande mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Proprio al momento della venuta al mondo del redentore andiamo in questa notte santa e in questo giorno santo con la preghiera, l'adorazione, il ringraziamento, la volontà di ricominciare, la gioia di aver incontrato Cristo per ripartire da Lui con una speranza più forte nel nostro cuore. Ed è il Vangelo di Luca che ci porta spiritualmente all'ingresso della Grotta di Betlemme per farci gustare nel silenzio della preghiera la nascita del Bambinello. Indicativo per tutti noi ciò che l'evangelista fa risaltare nella miracolosa nascita del Redentore. Quel "non temere perché è nato il Salvatore" è chiaro invito alla speranza cristiana. Da quel momento la storia dell'umanità inizia un nuovo corso ed un nuovo itinerario che è contrassegnato dalla presenza di Dio nella nostra vita, perché Gesù si è fatto uomo come noi, assumendo su di sé la condizione umana per servire la causa della salvezza dell'uomo medesimo. E' altrettanto significativo che il primo messaggio della gioia natalizia siano stati i pastori e le persone semplici ad accoglierlo per primi e a rilanciarlo con la forza della parola e della testimonianza della vita, perché questo potesse raggiungere ogni persona, non solo di quel momento, ma di sempre. E non è un caso che l'annuncio della venuta di Cristo sulla terra sia giunto fino ad oggi, proprio partendo dai pastori che accolsero con semplicità e disponibilità interiore la grande e buona notizia attesa da secoli. Una notizia anticipata dai testi messianici dei profeti veterotestamentari come Isaia, che è il grande profeta della venuta di Cristo. E' proprio lui ad illuminarci con passi di straordinaria ricchezza e bellezza circa la venuta del Salvatore e della profonda trasformazione che avrebbe dato al mondo. La luce che si sprigiona dalla grotta di Betlemme si è diffusa in tutto il mondo, anche se ancora oggi questa luce non è riuscita ad infrangere il muro del buio e del nulla che esiste nel mondo e nelle persone. Ancora questa luce non riesce a farsi spazio nella mente e nel cuore della gente, perché indifferente ad ogni stimolazione che proietta la persona verso orizzonti interiori e spirituali. Ma per noi che abbiamo accolto questa luce diventa molto più chiaro e leggibile il messaggio natalizio con tutte le implicanze che ne derivano su un piano personale e comunitario, come ci ricorda San Paolo Apostolo nella sua Lettera a Tito, che ascolteremo nella Notte Santa. Il Natale è rinnegare l'empietà, allontanarsi dai desideri mondani, vivere con sobrietà e promuovere la giustizia e la pace. Il tutto supportato da una virtù fondamentale, che, come ci ha ricordato recentemente il Santo Padre, nella Enciclica "Spe Salvi", è la speranza, ovvero è Cristo stesso che inizia con noi un dialogo d'amore nel tempo della storia propria a partire da quella Grotta a tutti nota. La gioia del Natale è ritrovare le ragioni della speranza nel cuore di ogni uomo, di ogni famiglia e dell'intera famiglia umana, in quanto Cristo è venuto a salvare tutti e si è incarnato nel grembo verginale di Maria per portare la salvezza e la vera felicità a tutti gli uomini della Terra, per sempre, fino a quando non ritornerà nel suo secondo e definitivo Avvento. Sia questa allora la nostra preghiera in una giornata di festa cara a tutti e che ci vorremmo portare nel cuore per tutta la vita, pur avviandosi questa verso l'incontro definitivo con quel Bambino che oggi contempliamo nella Grotta di Betlemme in mezzo a Maria e Giuseppe, riscaldato alla meglio, ma accolto con benevolenza da tutti i presenti. Una preghiera che personalmente ho composto per il Natale e che vale anche come augurio per tutti e ciascuno: Verbo Incarnato, che nuovamente condividi con noi il tuo Natale, insegnaci a condividere con gli altri i nostri progetti di pace e solidarietà. Tu che nella Grotta di Betlemme hai proposto agli uomini di ogni tempo un itinerario di amore e riconciliazione illumina l'umanità di oggi a ritrovare la strada che porta ad incontrare l'altro nel dialogo, nell'amore e nel rispetto profondo. Piccolo grande Dio, che nell'umiltà più sentita hai indicato in Te la via maestra che porta alla verità aiutaci ad eliminare da questa terra l'orgoglio, la falsità e la menzogna, cause dirette del male del mondo moderno. Tu che leggi nel profondo di ogni cuore trasforma i nostri personali risentimenti in atteggiamenti e comportamenti fraterni, gli unici che danno gioia vera e trasformano il Natale in festa vera. Messia atteso da secoli e giunto nella pienezza dei tempi guida l'umanità del terzo millennio verso mete di giustizia più certe per ogni uomo di questa Terra. Tu che tutto sai e puoi conosci le attese di ciascuno di noi anche per questo annuale anniversario della tua venuta tra noi fa nascere nel cuore di tutti gli uomini della terra un solo raggio della tua infinita carità e della tua bontà illimitata. Non permettere, Gesù, Figlio dell'Uomo, che nessun bambino, giovane, adulto ed anziano del Pianeta Terra continui a soffrire a causa della cattiveria che si annida nel cuore di tanta gente. Fa di tanti cuori segnati dall'odio e dalla morte cuori capaci di amare e di perdonare come tu hai perdonato alla Maddalena, ai tuoi crocifissori ed al brigante buono morto in croce accanto a Te sul Golgota. Dalla capanna di Betlemme anche quest'anno si irradi in tutto il mondo la luce del tuo Natale, che è sempre motivo di speranza e di pace per l'intera umanità. Amen. |