Omelia (09-03-2003)
don Nazareno Galullo (giovani)
Nel deserto, per ritrovare la cosa più bella che abbiamo

Non siamo più abituati al silenzio. O forse non lo siamo mai stati. Chi, quando torna a casa, non accende la tv, o la radio... per non sentire il peso del silenzio o della solitudine? Parlare di deserto, oggi, è ancora più assurdo. Noi del deserto abbiamo l'immagine tipica della sabbia, dell'oasi con il pozzo... ma non sappiamo nulla del vero deserto.

Che cosa può essere il deserto per chi, come me e te, il silenzio non sa neanche dove abita? Siamo persone "casinare", piene di vita sicuramente, ma anche piene di paure. Probabilmente ci fa paura il silenzio. Il silenzio, per noi, fa più rumore di un martello pneumatico. Il silenzio ti rompe i timpani... e ti fa stare male! Perché?

Il silenzio pesa: è un macigno sulla coscienza. Ti spezza in due, se non lo accogli. Il silenzio del deserto deve essere simile. In una situazione di quelle, non hai nulla su cui contare, niente da mangiare, hai solo te stesso. E questo è la cosa che viene fuori: quando hai il deserto attorno a te, o ti riappropri della cosa più bella che hai... o la cerchi invano. Che cos'è? Poi ve lo dico, seguitemi nel discorso, spero di non stancarvi.

In un mondo come il nostro, cerchiamo tante cose, vogliamo riempire tanti vuoti della nostra vita. Lo facciamo con i soldi, con il lavoro, con le amicizie, con i divertimenti, con il sabato sera, con la chiacchiera, con il passeggio, con gli acquisti, con le feste... ma ci lasciano il vuoto.
Il silenzio invece è il vuoto. Nel vuoto... sei già vuoto, lo devi riempire di qualcosa di consistente. Nel silenzio allora, o ritrovi te stesso, o è la disperazione. Avete capito allora qual è la cosa più bella di cui riappropriarsi quando fai il deserto intorno a te? E' "sé stessi". Noi stessi, io, tu, noi siamo la cosa più bella per noi stessi. Non è egoismo questo... è lode a chi ci ha fatti, è dire grazie a chi ci ha creati. Noi nemmeno ci rendiamo conto della bellezza che siamo, della grandezza che siamo. Quando sei nel deserto... ritrovi te stesso, e tutto il resto è relativo. Invece, quando sei nel caos delle cose, come purtroppo succede quotidianamente, trovi tutto... assolutizzi tutto... ma è un tutto che non soddisfa.

Anche la tentazione, allora, fa parte della vita. Parlo per me: spesso sono tentato: di abbandonare tutto, di mandare a quel paese non poche persone, non accetto gli scoraggiamenti della vita, non accetto le debolezze della vita, mie e degli altri..., la tentazione è sempre forte. Poi mi rendo conto che se sono tentato è perché sono in un momento desertico, arido, quasi "critico" della mia vita. Mi riprendo allora pensando che nel deserto...Dio mi parla al cuore.

Nel deserto dell'anima, c'è solo Dio. Non ha voluto manifestarsi sensibilmente..., forse qualche volta con qualcuno lo fa pure, ma è soprattutto nel deserto che si può ritrovare, insieme a sé stessi, colui che quel "sè" ha creato: Dio.

Gesù solidarizza con tutta l'umanità tentata nei deserti della vita, e sembra dire: non avere paura, affronta con forza i deserti; angeli del Signore sono pronti a servire anche te.

Ed è questo il passaggio...dal deserto al paradiso. Bellissimo.

Forse è proprio vero: se non si passa dal deserto, il paradiso non lo si può raggiungere. Ci credete???