Omelia (08-12-2000)
Totustuus
Omelia per il 8 dicembre 2000 - Immacolata Concezione

NESSO TRA LE LETTURE

Il mistero di Maria santissima consiste nell'armonizzare, nel suo essere e nella sua personalità di donna, piccolezza e grandezza. Ella è la serva del Signore, che vuole far unicamente la sua volontà, ed è l'eletta per essere Madre di Dio (vangelo); ella è la figlia di Eva, della sua carne e del suo sangue, ma è altresì la redentrice di Eva, che schiaccerà la testa del serpente tentatore (prima lettura). Ella è figlia di Dio, come qualsiasi creatura umana, e soprattutto come ciascuno dei cristiani, ed è allo stesso modo madre di Dio, per il fatto di essere madre di Gesù Cristo, Verbo Incarnato (seconda lettura).

MESSAGGIO DOTTRINALE

Piccolezza e grandezza di Maria. Maria non è un fenomeno della natura. Nella sua natura femminile, è una figlia di Eva come tutte le donne del mondo. Ha corpo di donna, psicologia di donna, sentimenti di donna, modi di essere e di agire propri della condizione femminile. Nella Galilea del secolo I d.C., nulla la distingue dalle altre donne giudee: i suoi tratti fisici, condizioni socio-economiche, prescrizioni legali discriminatorie, modi e stile di vita corrispondono tutti a quelli propri di una donna giudea. In tale personalità concreta di donna giudea si racchiude un mistero di grandezza, reale e invisibile allo stesso tempo. La concezione immacolata di Maria o la sua maternità divina saranno proclamate come dogma di fede alcuni o molti secoli dopo; ma l'esperienza reale delle stesse, Maria la visse nella sua esistenza terrena, interamente giudea. La visse come una realtà totalmente interiore ed ineffabile, entro una relazione unica di intimità, di comunione e di adesione a Dio. Il battesimo cristiano vince, in chi lo riceve, il serpente tentatore e la sua azione maligna nel presente e nel passato della storia umana. A Maria venne anticipato questo battesimo, grazie ai meriti di suo Figlio: al momento di essere concepita, ricevette il battesimo dello Spirito Santo.

Maria non si aspettava di essere madre del Messia. Nell'ambiente religioso del suo tempo, ella condivideva, con tutti i giudei, la credenza e l'attesa prossima del Messia che avrebbe liberato Israele dai suoi nemici. Come donna umile, povera, contadina, considerava addirittura una follia che Dio ponesse gli occhi su di lei per essere la madre del Messia. Inoltre, che il Messia provenisse da Nazaret era ritenuto da tutti impossibile. Nulla c'era nei suoi genitori, nel suo ambiente, nello scorrere della sua esistenza che servisse da indizio per una vocazione così grande e nobile. Tutto ciò è vero, ma un giorno, all'improvviso, un'esperienza e visione angelica la turbò nel profondo dell'anima. Prima, non comprese quel saluto tanto strano: "Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te"; poi, comprese molto meno che "avrebbe dato alla luce un figlio, che sarà chiamato Figlio dell'Altissimo" (vangelo). La semplice donna nazarena impiegò molto tempo a tornare in sé. Poi, passata la visione, passò giorni e notti pensando e ripensando a quanto aveva visto ed ascoltato per farlo incastonare nella sua psicologia e nella sua vita, scrutando i misteriosi disegni di Dio. Infine, nell'incontro con sua cugina Elisabetta mostrerà a parole il risultato della sua meditazione: "Ha posto gli occhi sull'umiltà della sua serva, per questo da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata".

Maria è sorella e madre nostra. In quanto sorella, uguale a tutti i cristiani: figlia adottiva di Dio per mezzo di Gesù Cristo, eletta per essere erede del Regno di Dio, ordinata ad essere lode della gloria di Dio, come tutti coloro che hanno posto la loro speranza in Cristo (seconda lettura). La sua grandezza ha radici nel fatto che ella fuse nella sua vita simultaneamente l'essere sorella nostra con l'essere nostra madre. Ci dice la Costituzione dogmatica sulla Chiesa: "Maria cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza ed l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo, ella è diventata nostra madre nell'ordine della grazia" (LG 61). E poco prima leggiamo: "La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. In effetti, ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini... sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia" (LG 60).

SUGGERIMENTI PASTORALI

Rispettare l'umiltà e la grandezza di Maria. Rispettare vuol dire mantenere i due aspetti, perché sono le due ali con le quali Maria volò attraverso la storia del suo tempo e deve continuare a volare attraverso la nostra storia. E ben sappiamo che è impossibile volare con un'ala sola. Nel secoli passati, si accentuarono tanto le grandezze di Maria, che si giunse in certe occasioni a dimenticare la sua umiltà. Al nostro tempo, possiamo correre l'altro rischio: vederla così vicina a noi, piccola come noi, da dimenticarne la straordinaria grandezza. Si deve mantenere piccolezza e grandezza, perché così fu la realtà storica di Maria, e così ella continua a far presente il mistero di Dio tra di noi. Santa Teresina di Lisieux sottolineò la piccolezza di Maria. Il giorno della sua professione religiosa (8 settembre 1890) scriveva: "Nascita di Maria! Che bella festa per diventare sposa di Gesù! In effetti, era lei, la piccola, effimera Vergine santa, quella che presentò il suo piccolo fiore al piccolo Gesù". Ma Teresina non cessò mai di cantare le glorie e le grandezze di Maria. Per esempio, nella sua ultima poesia intitolata. Perché ti amo, oh Maria!, ella dice che la gloria di Maria è più brillante di quella di tutti gli eletti insieme, la chiama regina degli angeli e dei santi, e parla dello splendore della sua gloria suprema. La stessa Vergine Maria sarà molto contenta se noi contempliamo la sua piccolezza senza dimenticare la sua grandezza, e ci lasciamo cogliere dallo stupore davanti alla sua grandezza in mezzo alla sua umiltà e piccolezza.

Maria: ammirabile e imitabile. Le due cose; e le due cose inseparabili. È ammirabile, perché Dio ha compiuto in lei opere grandi. Allo stesso modo, è imitabile, perché non ha mai cessato di essere piccola come noi, pur in mezzo alla sua eccellenza e alla sua gloria. Come cristiani, dobbiamo ammirare Maria, la donna più eccelsa uscita dalle mani del Creatore, albero in cui fruttificano la scienza di Dio e la vita divina. Ma Maria è anche come una madre e una sorella, che sta vicino a noi, ci accompagna nel nostro cammino, e le cui virtù tanto umane sono accessibili a tutti. Con parole affettuose di madre ci dice che anche la nostra vita è un giardino. Se seminiamo virtù, come Maria, le virtù anche fioriranno.