Omelia (25-12-2007)
mons. Roberto Brunelli
Riconosci la tua dignità

Il passo citato del Vangelo secondo Luca è quello che si legge alla Messa di mezzanotte. Nelle Messe del giorno si legge il passo subito seguente, relativo all'adorazione dei pastori, i primi a recarsi nella grotta di Betlemme, oppure si legge l'inizio del Vangelo secondo Giovanni, che di quel Bambino scruta la vita precedente: .
Il mistero oggi celebrato è tanto grande, che l'estensore di queste note ritiene opportuno lasciarne il commento a una voce di certo in grado di farlo meglio di lui. Ho scelto allo scopo quella di un papa che è anche santo e dottore della Chiesa; motivo di particolare interesse per noi è inoltre il fatto che si tratta del primo papa venuto in terra mantovana, quando nell'anno 452 a Governolo fermò Attila, intenzionato con i suoi Unni a invadere l'Italia. Parlo di Leone Magno, del quale seguono passi tratti dal primo dei suoi discorsi sul Natale.

"Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio chi non crede, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l'impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l'assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: . Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell'amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l'umanità nella sua miseria! Carissimi, ringraziamo Dio Padre, perché nella infinita misericordia con cui ci ha amati ha avuto pietà di noi e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo, perché fossimo creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque l'uomo vecchio con la condotta di prima e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere di male. Riconosci, cristiano, la tua dignità; reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo. Ricorda chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio."