Omelia (25-12-2000)
Totustuus
Omelia per il 25 dicembre 2000 - Natale del Signore (Messa della notte)

NESSO TRA LE LETTURE

"È nato per noi un Salvatore", è il messaggio centrale della liturgia di questa notte santa. Un Salvatore con dei tratti straordinari profetizzati da Isaia: Dio forte, sempre Padre, principe della pace... (prima lettura). Un Salvatore che viene per tutti, ma specialmente per i più piccoli ed umili, come erano, per esempio, i pastori (vangelo). Un Salvatore che ci insegna a rinunciare all'empietà e alle passioni mondane, ed a vivere con saggezza, giustizia e pietà nel tempo presente (seconda lettura).
MESSAGGIO DOTTRINALE

I tratti del nostro Salvatore.

A) Forse la prima cosa che attrae del nostro Salvatore è l'essere un bambino appena nato, e oltretutto in povertà. Non ha fatto ancora nulla: non ha predicato, né realizzato miracoli, non è stato crocifisso, né è risorto. Ci comincia a salvare per il fatto stesso di nascere. È evidente che non salva per quello che fa', o per la condizione sociale ed economica che detiene, ma per ciò che è: Dio fattosi bambino. Il mondo non si salverà per mezzo delle opere straordinarie e grandiose degli uomini, ma per la presenza e la trasparenza di Dio nella vita dei cristiani.

B) È un salvatore per tutti. Nella prima lettura, il salvatore è promesso alla Galilea dei gentili, dove, insieme a popoli di stretta osservanza giudaica, c'erano anche molte città interamente pagane, ed altre con mescolanza di razze e di religioni. Nel vangelo, i primi beneficiari dell'annuncio di un Salvatore sono i pastori, gente umile, e che godeva di pessima fama tra i giudei. San Paolo, nella lettera a Tito, ci dice che "si è manifestata la grazia salvatrice di Dio a tutti gli uomini", senza alcuna eccezione (seconda lettura). Nessuno, per nessun motivo, può cadere nella disperazione davanti al nostro salvatore.

C) Il salvatore è allo stesso tempo re, discendente di Davide, che possiede le migliori qualità per regnare sugli uomini: gode del dono del consiglio, ha il potere stesso di Dio, è per tutti come un padre, gli interessa oltremodo la pace, governa con equità e giustizia cercando il bene di tutti. Il nostro re e salvatore ha tutti i requisiti per portare al mondo la pace, la giustizia, il benessere, la felicità.

D) È un bambino, come tutti i bambini del mondo, ma allo stesso tempo assolutamente singolare. In effetti, il cielo stesso interviene per rallegrarsi e glorificare Dio per la presenza di questo bambino sulla terra.

Gli uomini davanti al Salvatore.

A) Se il Bambino che celebriamo questa notte santa è il salvatore di tutti, non c'è altro atteggiamento che accettare con amore la sua salvezza. Per accoglierla con amore, è necessario il riconoscere sinceramente di averne bisogno, e altresì la coscienza che l'autosalvezza è impossibile; la salvezza ci viene data, non fa parte dei diritti umani, né è oggetto di conquista. Accogliere la salvezza richiede un atto di piena libertà e una singolare valutazione della persona che mi salva, per pura iniziativa sua e senza chiedermi nulla in anticipo. Se qualcuno non accoglie questo Bambino salvatore è, nel maggiore dei casi, per ignoranza: Non sa che cosa perde.

B) Chi lo accoglie, deve farlo con gioia; con la gioia di chi era avvolto in dense tenebre, e adesso gli giunge la luce; la gioia del contadino all'ora della mietitura e del raccolto; la gioia dei soldati che, secondo gli usi di quei tempi antichi, ottenuta una vittoria, si spartivano il bottino.

C) L'accoglienza del nostro Salvatore è forza di rinnovamento ed impegno per la vita. Il Bambino ci salva affinché facciamo presente nelle nostre vite, come lui, la prudenza, la fortezza, la giustizia, la pietà. Non c'è alcun dubbio che la salvezza di Dio non è una salvezza di occasione e a buon prezzo; equivale alla salvezza dell'uomo e alla salvezza del mondo. "Al di fuori di lui, non c'è salvezza".

SUGGERIMENTI PASTORALI

Una notte da non dimenticare mai più. Nella vita di ogni uomo c'è qualche episodio, qualche momento della sua esistenza che non dimenticherà mai. Codesti momenti o episodi li chiamiamo abitualmente forti, perché impressionano fortemente la nostra intelligenza, la nostra sensibilità e la nostra memoria. Se qualcuno ha avuto un incidente mortale, dal quale è uscito vivo per miracolo, lo potrà forse dimenticare? O, non so, l'arrivo del primo figlio tanto desiderato dagli sposi, o quella notte insonne in cui, dopo tanti mesi apparentemente infecondi, l'artista intuisce un quadro o un'opera letteraria, o la morte di un essere molto amato, o la prima operazione chirurgica, il primo progetto architettonico o la prima messa. Voglio dirti che questa notte di Natale, Natale giubilare per i duemila anni della nascita di Cristo, deve essere un'esperienza religiosa tanto forte nella tua vita, che tu non la possa dimenticare mai più. Ti invito a metterti nel mistero che celebriamo con tutta la tua persona e con tutta la tua capacità di esperimentare l'amore. Ti invito a chiedere a questo Bambino divino, con cuore umile e con intensità, che ti ottenga il miracolo di una fede, di un amore e di una speranza così vivi, così penetranti, così profondi, da rimanere per sempre incisi nella tua memoria. Ci saranno molti milioni di uomini, purtroppo, per cui questo Natale sarà un giorno qualunque o una nascita qualunque. Che per te non sia così. Mi viene da immaginare che Dio sta desiderando di incidere questa notte a lettere d'oro nella tua mente, nel tuo cuore, e nel resto della tua vita futura.

Se il Salvatore bussa alla tua porta... La società in cui viviamo, ci ha obbligato ad essere prevenuti nei confronti di chi bussa alla porta. Può essere una persona amica, ma può essere anche un criminale, uno sconosciuto con cattive intenzioni, una persona pericolosa... Di fronte a ciò, mettiamo in azione sbarre, chiavistelli, uno spioncino alla porta, ecc.... Tutte le misure sembrano poche per proteggere l'integrità della nostra vita e la nostra privacy. Se questa notte un Bambino bussa alla tua porta, sarai capace di riconoscere che è il tuo Salvatore? E se il Salvatore bussa alla tua porta, sei ben disposto e desideroso di spalancargliela? La grande tragedia degli uomini sta nel fatto che il Salvatore bussa alla loro porta, e non gli viene aperto. Forse perché, essendo un bambino, si pensa che non possa salvarci. O forse perché la salvezza che ci offre è diversa da quella che sogniamo, anche se quest'ultima può essere sbagliata o estremamente limitata. Se Dio ti regala la salvezza, non può essere quella che tu vuoi, ma quella che egli ti dà. Se te la regala, accettala come è. Se te la regala, ringrazialo per questo. Se te la regala, poni l'attenzione nell'amore con cui codesto Bambino te la dà, pensa che ti ama veramente. Se te la regala, tu a tua volta regalala ad altri, perché si tratta di un dono strano: più lo dai, più lo accresci. Se il Salvatore, questa santa notte, bussa alla tua porta... che aspetti? Spalancala. Ti assicuro che nella vita non ti pentirai di averlo fatto.