Omelia (25-12-2007)
LaParrocchia.it
Il Fulgore dell'Incarnazione

"Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,11).

In linea con ciò che abbiamo detto della IV domenica di avvento; proseguiamo nella lettura del segno di Dio. In questo giorno così importante per tutta la cristianità, il segno di Dio è il bambino. Questo bambino incarna la semplicità, si fa piccolo per noi. È questo il criterio per dimostrare la sua potenza e il suo regno. Egli non viene con potenza e grandiosità esterne. Egli viene come bambino, bisognoso del nostro aiuto. Non vuole imporsi, ma ci chiede soltanto di essere amato, e ad un bambino l'amore non può essere rifiutato. Pretende il nostro amore attraverso il quale impariamo spontaneamente ad entrare in stretto ed intimo contatto con Lui. Dio si è fatto piccolo affinché noi Lo possiamo amare, accogliere e comprendere. Così Dio, attraverso l'evento dell'incarnazione, ci insegna ed invita ad amare i più poveri e i più deboli. Ci insegna in questo modo soprattutto il rispetto di fronte ai bambini, molte volte messi da parte e sfruttati per scopi che non hanno nulla di umano e spirituale. Il bambino di Betlemme orienta il nostro sguardo verso tutti i bambini sofferenti ed abusati nel mondo, i nati come gli abortiti. Verso i bambini ai quali vengono consegnate le armi e fanno, in questo modo, il loro ingresso nel mondo della violenza, verso i bambini che devono mendicare per soddisfare le esigenze degli adulti; verso i bambini che soffrono perché nessuno li vuole aiutare; verso i bambini che non sperimentano nessun amore, perché gli interessi degli adulti sono più importanti e necessari della vita dei piccoli... etc. In tutti questi bambini è presente ed opera il bambino di Betlemme che ci chiama in causa e ci chiede di farci "piccoli" perché Dio si è fatto piccolo. Preghiamo in questo natale, affinché il fulgore dell'amore di Dio accarezzi tutti questi bambini, e chiediamo a Dio di aiutarci a fare la nostra parte perché sia rispettata la dignità dei bambini; che per tutti sorga la luce dell'amore, di cui l'uomo ha più bisogno che non delle cose materiali necessarie per vivere. Come è possibile realizzare tutto questo? L'evento dell'incarnazione dice che ogni distanza è stata coperta e ogni divario è stato colmato: Egli non è più lontano. Non è più sconosciuto. Non è più irraggiungibile per il nostro cuore. Dio si è fatto bambino per noi e ha dileguato con ciò ogni nostro dubbio e perplessità. Si è fatto nostro prossimo e nostro simile, ristabilendo in tal modo anche l'immagine dell'uomo che, spesso, ci appare così poco amabile. Dio, per noi, si è fatto dono. Ha donato se stesso... questa è la novità che più ci deve stare a cuore in questa solennità. Si cura di noi e ci offre il suo tempo. Natale è diventato, in questo modo, la festa del dono... imitiamo, nella nostra vita, Dio che ha donato se stesso a noi. Lasciamo che il nostro cuore, la nostra anima e la nostra mente siano toccati da questo fatto! Tra i tanti doni che compriamo e riceviamo non dimentichiamo il vero dono: di donarci a vicenda qualcosa di noi stessi! Di donarci a vicenda il nostro tempo. Di aprire il nostro tempo per Dio... perché Egli ha spalancata l'eternità al mondo. Così nasce la gioia, così si crea la festa. E ricordiamoci in questi giorni della parola del Signore: "Quando offri un banchetto, non invitare quanti ti inviteranno a loro volta, ma invita quanti non sono invitati da nessuno e non sono in grado di invitare te" (cfr Lc 14,12-14). E questo significa, appunto, anche: Quando tu per Natale fai dei regali, non regalare qualcosa solo a quelli che, a loro volta, ti fanno regali, ma dona a coloro che non ricevono da nessuno e che non possono darti niente in cambio. Così ha agito Dio stesso: Egli ci invita al suo banchetto di nozze che non possiamo ricambiare, che possiamo solo con gioia ricevere. Imitiamolo! Amiamo Dio e, a partire da Lui, anche l'uomo, per riscoprire poi, a partire dagli uomini, Dio in modo nuovo!

Preghiamolo di darci l'umiltà e la fede con cui san Giuseppe guardò il bambino che Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo. Preghiamo che ci doni di guardarlo con quell'amore, con cui Maria l'ha "meditato" e "contemplato". E preghiamo che la luce, che viene da Betlemme, illumini anche noi e che si compia in tutto il mondo ciò che gli angeli cantarono in quella notte: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". Amen!