Omelia (25-12-2007)
don Giovanni Berti
Il Natale dei pastori

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Immersi in una notte uguale a tante altre per vegliare le vostre pecore,
cari pastori sentite un richiamo dal cielo, proprio per voi.
E' una voce che non riuscite a ignorare e che vi mette in cammino e vi cambia la vita.
Un angelo vi parla a nome di Dio e vi chiama ad una altra veglia.
Come mai il cielo si scomoda per un bambino?
Che cosa ha di tanto speciale questo bambino povero rivestito di fasce e non di corone?
La solita notte diventa una notte unica e speciale:
non più le solite pecore ma un bambino diventa il centro della vostra attenzione.
Voi lo capite e di voce in voce diffondete in terra quell'annuncio angelico.
Il mondo ha un nuovo centro che non sta nei ricchi palazzi del potere
dove ci sono le stanze dei bottoni che controllano tutto
e dove tutti si affannano e lottano per arrivare.
Il centro del mondo è in una periferica mangiatoia
inizialmente pensata per degli animali e non costruita per contenere Dio.
Gli angeli del cielo cantano su questa mangiatoia povera,
perché invece proprio li c'è l'Onnipotente.
E' davvero incredibile e impossibile ad un sano calcolo umano,
ma voi pastori correte e vedete, e questa vostra notte
diventa più luminosa di un mezzogiorno d'estate.
Cari santi pastori, entrate anche nella mia notte
e aiutatemi a mettermi in cammino verso Gesù insieme a voi.
Datemi una spinta e scuotetemi dalla mia distrazione spirituale
in modo che possa sentire anche io l'invito degli angeli,
perché è un invito che in quella vostra antica notte
è stato fatto anche per me,
per il mio solito presente.
Insegnatemi come si incontra Dio nella propria vita
perché spesso la mia sembra incapace di contenere Dio,
che mi sembra sempre così troppo alto e distaccato...
Voglio anche io vedere il bambino Gesù
e sentire nel profondo del mio essere
che la mia ricerca di Dio, di bene, di felicità, di pace,
termina finalmente nella povertà di Betlemme.


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