Omelia (24-12-2000)
Totustuus
Omelia per il 24 dicembre 2000 - 4a dom. T. Avvento Anno C

NESSO TRA LE LETTURE

Quali sono le giuste relazioni tra l'uomo e Dio? Una risposta a questo interrogativo ci viene dalla liturgia di oggi. I testi ci indicano principalmente le relazioni di Gesù e di Maria. Relazione di Gesù con suo Padre (seconda lettura), con Giovanni il Battista nel seno materno (vangelo), con la profezia (prima lettura), con il sacerdozio levitico (seconda lettura). Relazione di Maria con lo Spirito Santo, con Elisabetta, sua cugina (vangelo), e soprattutto con il Verbo (vangelo).
MESSAGGIO DOTTRINALE

Relazioni di Gesù. Essere ed esistere come uomo è essere ed entrare in relazione. Le relazioni umane possono essere sommamente variate, ma alla fine si riducono a tre fondamentali: relazione con Dio, con l'uomo e con il mondo che lo circonda. Alla liturgia interessano le due prime relazioni. La relazione fondamentale di Gesù è con suo Padre. È una relazione filiale di obbedienza: "Io vengo per fare, o Dio, la tua volontà" (seconda lettura). È l'obbedienza di un figlio che cerca di essere gradito in tutto a suo padre. Questa obbedienza filiale giungerà fino all'estremo del sacrificio. Non si può separare, nel mistero cristiano, il Natale dalla passione, il Natale dalla Pasqua. Gesù mantiene la sua obbedienza al Padre mediante la sua relazione con la profezia, una relazione di compimento. Il profeta Michea apostrofa Betlemme, dicendole che non sarà la città più piccola di Giuda, perché in essa nascerà il dominatore di Israele. Gesù, nascendo a Betlemme, porta a compimento la profezia, in atteggiamento di obbedienza alla storia salvifica tracciata dal Padre. La relazione di Gesù con Maria è una relazione occulta, straordinaria: Gesù alimenta la fede di Maria e, nello stesso tempo, si nutre del sangue di Lei. Il vangelo ci parla, infine, di una relazione misteriosa di Gesù, nel seno di Maria, con Giovanni il Battista nel seno di Elisabetta. La presenza di Dio nella storia, mediante Maria santissima, riempiesteri apostolici4. Questi ministri non si chiamano "sacerdoti" fino al secolo III (con Tertulliano, San Cipriano, Sant'Ippolito, ecc.). Però, sulla scia di Cristo Sacerdote, i riti e i gesti ministeriali hanno avuto sempre una terminologia sacrificale e cultuale. Sono "ministri della nuova alleanza" (2Cor 3,6) che ha sempre carattere di sacrificio. Sono servitori di Cristo Mediatoreione con lo Spirito Santo e con il Verbo incarnato nel suo seno. Senza queste due relazioni non si spiega l'episodio della visita di Maria a sua cugina Elisabetta. La relazione intima e personale dello Spirito Santo con Maria ha res o possibile che il Verbo di Dio assuma carne e si vada formando uomo nel suo seno materno. La relazione di Maria con il Verbo di Dio è estremamente misteriosa e delicata: misteriosa, perché la fecondazione del suo seno è opera di Dio stesso; delicata, perché sta dando a Dio la sua carne e il suo sangue, ma soprattutto il suo amore, la sua dedizione, il totale dono di sé. La relazione di Maria con Elisabetta è di servizio. Viene ad aiutarla negli ultimi mesi di gravidanza. Viene spinta da legami naturali, ma soprattutto dallo Spirito di Dio e dal Verbo che avverte presente nel suo seno: un movimento naturale, e, allo stesso tempo, un movimento dello Spirito. Nel canto del Magnificat, Maria eleva la sua voce a Dio per lodarlo e ringraziarlo con gioia per il mistero che racchiude nel suo seno, nonostante la sua piccolezza e la sua umiltà. Come non lodare chi si è degnato di ricorrere a lei per portare a compimento il suo disegno di salvezza, e l'aspirazione più sublime e intensa degli uomini? Da ultimo, in Maria si porta a compimento anche la profezia di Michea: Ella è colei che "darà alla luce quando sarà il tempo" il Messia. La relazione di maternità, attraverso la quale si esprime tutta la femminilità di Maria in rapporto a Gesù.

SUGGERIMENTI PASTORALI

Saper stabilire buoni rapporti. Nella conversazione umana è frequente ascoltare: "Si deve saper stabilire buoni rapporti". Con ciò si vuol dire che è bene avere molte relazioni, e soprattutto aver relazioni con gente influente. La ragione è evidente: così si ha la possibilità che si aprano molte porte nei diversi ambiti della vita umana: politico, finanziario, sociale, professionale, educativo, religioso... Io voglio invitare i miei fratelli nella fede e nel sacerdozio a saper stabilire buoni rapporti con persone di straordinaria influenza: con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; con Maria santissima, nostra madre e nostra regina; con i santi, nostri fratelli e protettori dal cielo. Queste relazioni non ti danno accesso, è chiaro, a un eccellente posto di lavoro, né a un affare coi fiocchi. Queste relazioni esercitano il proprio influsso nel tuo intimo, trasformandolo; nella tua visione delle cose e della vita, facendo sì che sia secondo Dio; nella tua relazione con gli uomini e con le cose, in modo che sia sempre ispirata dall'amore e dal servizio; nella tua relazione con la tua propria storia, trasformandola, forse, da una storia senza significato a un significato con storia. Quanti beni ci possono venire "e possiamo ottenere per gli altri", se sappiamo metterci in relazione con Dio, con la Vergine, con i santi! Nel campo della storia è importante saper stabilire buoni rapporti; non lo sarà allo stesso modo nel campo dello spirito? Beati coloro che sanno stabilire buoni rapporti, perché saranno come un albero frondoso che può dare frutti maturi: frutti di bene, di felicità, di salvezza.

Stabilire buoni rapporti per il Regno. Noi cristiani viviamo nel mondo, nel regno della storia, anche se apparteniamo al Regno di Dio. E nel regno della storia contano non poco le relazioni umane. Non abbiamo di che disprezzarle. E non dobbiamo neppure abusarne, mettendole al servizio dei nostri interessi egoisti. Dobbiamo servircene per l'edificazione del Regno di Dio. Dobbiamo stabilire buoni rapporti con coloro che hanno potere, perché ci aiutino in favore di coloro che, non soltanto non hanno potere, ma nemmeno alimento, casa, vestito, diritti. Dobbiamo stabilire buoni rapporti con i bisognosi, affinché prendano coscienza del fatto che il Regno di Dio appartiene a loro e li invita a porre tutti i mezzi per rendere più umana la loro esistenza, più degna, più libera, più felice. Si deve stabilire buoni rapporti con le forze vive e potenti di un popolo, di una città, di uno stato, di un paese, per convincerle, se ancora non lo sono, che sono figli del Regno di Dio nella misura in cui utilizzano le loro forze e il loro potere a beneficio dei più bisognosi. E una volta convinti, che mettano mano all'opera. Se tutti noi cristiani utilizzassimo le nostre relazioni per metterle al servizio del Regno, sicuramente il mondo camminerebbe per rotte più umane e più segnate dalla nostra fede in Gesù Cristo. Gesù Cristo entrò in contatto con la storia per instaurare il Regno di suo Padre. Dopo 2000 anni, che cosa facciamo noi cristiani?