Omelia (01-01-2008) |
padre Gian Franco Scarpitta |
L'importanza della mamma Dio è davvero credibile Se la Festa precedente ci aveva invitato a riflettere sul tema della famiglia alla luce di Gesù, Giuseppe e Maria, oggi, inizio del nuovo anno sociale, siamo invitati a soffermarci sul ruolo della maternità. Quello di essere madri è un dono, prima ancora che un impegno e va valutato fino in fondo. Per capire la provenienza di questo dono e per immedesimarci nella sua ricchezza, occorree che facciamo delle osservazioni a monte, anche come impone la presente dimenzione liturgica. Afferam Paolo che"Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il Suo Figlio nato da donna..." (Gal 4, 3). Nella "pienezza del tempo", ossia nel momento propizio in cui Dio ha deliberato di venire a salvarci definitivamente, è avvenuto che Lui stesso nella persona del Suo Figlio entrasse nella storia dell'uomo percorrendo tutti i sentieri di terrena precarietà; in altre parole che si "incarnasse". In Gesù Cristo Dio assume infatti un corpo di carne e assimila in pienezza la carnalità (eccettuando il peccato) e materialità corporale umana; ed è per questo che doveva necessariamente nascere "da donna"; e se Dio si è fatto uomo, ciò è avvenuto nel senso che ha deciso di esserlo in tutto e per tutto e pertanto storicamente parlando doveva nascere nel seno di una donna comune anche se predisposta fin dall'eternità a tale scopo: Maria. Come conseguenza logica, ne deriva che Ella è madre di Dio; madre cioè del Dio fattosi carne allo scopo di apportare la nostra salvezza. Facendosi uomo, poi, il Figlio di Dio pur rinunciando alle Sue posizioni di grandezza, non cessò di essere Dio, ma per un mistero ineffabile della nostra fede coniugò umanità e divinità e questo ancora una volta attesta alla legittimità del titolo donato a Maria: Madre di Dio. Da parte non cattolica si potrebbe obiettare su tanti altri titoli da noi attribuiti alla Vergine, quali Immacolata o Assunta, ma a ragion di logica quello di Madre di Dio dovrebbe essere da tutti inesorabilmente condiviso, anche perché attestato categoricamente nell'espressione di Elisabetta: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1, 48); ma al di là delle considerazioni teologiche ed ermeneutiche bibliche, tale appellativo assume una rilevanza anche per l'umanità stessa, la quale vede in Maria un ulteriore espressione dell'amore divino nei suoi confronti: non è stato forse in virtù degli obiettivi del nostro riscatto che Dio ha deciso di incarnarsi nel seno di una donna? E non è stato sempre in forza della sua libera cooperazione alla nostra salvezza che codesta donna ha accettato di essere Madre improvvisa del Salvatore? Come Ella stessa affermava: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente", intendendo asserire che tali prodigi erano orientati in vista della redenzione e della salvezza dell'uomo. Adesso però riflettiamo attentamente su un altro aspetto di questa tematica: Dio, nella sua infinita perfezione, grandezza, onnipotenza e onniscienza decide di deliberare per gli affetti materni... Cioè di scegliersi una madre! Secondo certi scritti di Freud sulla psicanalisi, se il papà sin dalla nascita costituisce per il bambino il "principio della realtà", la mamma inculca tuttavia il "principio del sollazzo e del piacere": in effetti, come abbiamo già riflettuto in altra sede, è cosa reale che un fanciullo esprima le proprie confidenze in primo luogo alla mamma, nella quale trova il luogo primario per riporre le proprie fiducie e la motivazione delle proprie confidenze e se del padre si potrebbe sotto certi aspetti anche sopportare la mancanza, ciò non è fattibile a proposito della mamma... Ed eccoci alla motivazione della frase con cui avevamo esordito: la possibilità di assumere il ruolo di mamma nelle nostre famiglie non può essere che considerato come un dono da parte di Chi ha voluto nascere egli stesso da una donna e ha voluto sceglier una mamma alla pari di noi e anche le nostre mamme non possono che configurarsi negli ideali e nella prassi alla Madre di Dio essendo Ella incoraggiante e di sprone per ogni maternità, soprattutto considerando l'importanza che la mamma assume nella sequela e nella crescita dei figli: non è raro che i bambini che perdono la mamma in tenera età o che crescano lontani dalla loro madre naturale subiscano non pochi traumi legati a delle carenze affettive, poiché viene a mancare loro il distintivo dell'amore familiare; la figura materna è quanto meno indispensabile per un fanciullo, un adolescente e perfino per un adulto. Ebbene, nello scegliersi una mamma terrena e materna, Dio rivendica la legittimità e l'importanza del ruolo della madre, quindi afferma in primo luogo verso se stesso, per poterlo poi affermare agli altri, l'amore in senso pieno, feriale e "concreto": quello che appunto una mamma darebbe al proprio figlio. Sperimentare in prima persona l'amore di cui si deve essere annunciatori è la via più efficace per ottenere credibilità; se Dio sperimenta in primo luogo l'amore verso se stesso l'amore di cui è dispensatore per gli uomini, allora è davvero credibile... La stessa Madre di Dio, perché madre del Signore Gesù Cristo unita a noi, si rende anche madre dell'umanità e supplisce alle eventuali carenze che dovessero apportare le mamme odienrne verso i loro figli; il che significa che noi stessi in maria vediamo la nostra madre effettiva anche mentre trasocrrono le vicende della nostra vita. E a maria madre di Dio e madre nostra affidiamo anche questo nuovo anno 2008, perché possa recare a tutti salute e benessere in ogni campo. |