Omelia (26-12-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Il brano evangelico fa parte del discorso missionario di Gesù ai Dodici. Dopo aver dato loro il compito di comunicare il Vangelo li avverte che non mancheranno le opposizioni: "vi mando come agnelli in mezzo ai lupi". Ma non debbono preoccuparsi. Egli è con loro, e il suo Spirito li sosterrà. Stefano è il primo dei martiri, il primo agnello che viene sacrificato, a imitazione del Maestro. Condiscepolo di Paolo alla scuola di Gamaliele, Stefano aderì alla predicazione degli apostoli e fu poi scelto tra i sette diaconi per il servizio della carità. Era "pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo", narrano gli Atti. Non poteva tacere il Vangelo che aveva ricevuto e che gli aveva cambiato l'esistenza. E non si arrese quando le opposizioni e la violenza iniziarono ad abbattersi su di lui a motivo della sua nuova vita. E neppure si lasciò intimidire dalle opposizioni. Forte della fede continuò a testimoniare il Vangelo sino all'effusione del sangue. Sull'esempio del suo maestro, mentre veniva lapidato, chiese a Dio di accogliere il suo spirito e di perdonare i suoi persecutori. Stefano, divenuto il primo martire della storia cristiana, guida il corteo di tutti coloro che, in ogni luogo e in ogni tempo, hanno testimoniato e continuano a testimoniare il Vangelo fino al sacrificio estremo della vita. Tutti costoro, che hanno "contemplato i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio", stanno oggi nel cielo e vedono Dio "faccia a faccia". A noi lasciano un prezioso esempio di come ascoltare il Vangelo per seguire Gesù. Essi ci confermano che senza "eroicità" non è possibile seguire il Vangelo.