Omelia (27-12-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Giovanni è tra i primi quattro discepoli chiamati da Gesù sul lago di Tiberiade. Nella tradizione evangelica è indicato come il discepolo "che Gesù amava". Durante l'ultima cena, infatti, pose il suo capo sul petto di Gesù, e con Pietro e Giacomo lo accompagnò nell'orto degli ulivi durante l'agonia. Ma come tutti gli altri discepoli anche lui fuggì, lasciando Gesù solo, sebbene poi tornò sui suoi passi e giunse sin sotto la croce ove accolse l'invito a prendere con sé Maria. Il Vangelo ce lo presenta al mattino presto del giorno di Pasqua mentre correva con Pietro verso il sepolcro. Più giovane di Pietro, giunse prima, vide le bende per terra, ma non entrò. Aspettò Pietro. I Padri commentano: l'amore corre più in fretta e arriva prima. E, tuttavia, Giovanni sa attendere che giunga anche l'altro fratello per entrare assieme. E appena entrò "vide e credette". La sua testimonianza, raccolta nel quarto Vangelo e nelle Lettere, è tutta centrata nella predicazione dell'amore di Dio e dei fratelli inteso come il cuore del messaggio del suo Maestro. E si narra che, avanti ormai negli anni, le uniche parole che diceva erano quelle del comandamento dell'amore. Siano per noi le parole di ogni giorno.