Omelia (06-01-2001) |
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Omelia per il 6 gennaio 2001 - Epifania del Signore NESSO TRA LE LETTURE Gesù Cristo, fin dalla sua nascita, è un segno di contraddizione per gli uomini. Per alcuni, come i saggi che vengono dall'Oriente (vangelo) o come per Paolo, proveniente dalla diaspora, è epifania, manifestazione folgorante del suo mistero (seconda lettura); epifania prefigurata nella prima lettura, secondo la quale tutti i popoli si sentiranno attratti dalla luce e dalla gloria di Gerusalemme. Per altri, che vivono a Gerusalemme, capitale del giudaismo, e che detengono l'autorità politica (Erode) o religiosa del popolo giudaico (sacerdoti o maestri della legge), Gesù, il Messia, non è che il rivale pericoloso (per Erode) o un semplice oggetto di scienza sacra, sul quale informano con l'obiettività dell'esperto (sacerdoti, scribi). MESSAGGIO DOTTRINALE ATTEGGIAMENTI PARADIGMATICI DI FRONTE A GESÙ. Già dagli inizi stessi della sua vita, e poi in tutto il Vangelo, si trovano due atteggiamenti fondamentali degli uomini verso Gesù: accettazione o rifiuto. Maria, Giuseppe, i pastori, i saggi di Oriente o Magi (vangelo di oggi), Simeone e la profetessa Anna accettano la realtà e il mistero che avvolgono Gesù di Nazaret. Il re Erode, i sacerdoti e i maestri della legge (vangelo), gli abitanti di Betlemme, prendono una posizione di rifiuto. Fin dagli inizi, Gesù è una bandiera discussa: alcuni, pieni di gioia, vogliono portarla sempre molto alta; altri, ostili, vogliono abbassarla e distruggerla. Non è il caso, ma è facile percepire che, già nell'Antico Testamento, questi due sono gli atteggiamenti degli uomini davanti a Dio, che nel Nuovo Testamento sono le posizioni degli individui e dei popoli di fronte a Gesù Cristo e di fronte alla Chiesa primitiva, e che tali posizioni sono continuate nella storia fino al presente. Che l'uomo lo voglia o no, che lo sappia o no, la persona di Gesù ha a che vedere con la sua vita, e non proprio in un modo puramente accidentale. Gesù è lo spartiacque della vita umana e della storia. La ragione si trova nel fatto che ogni uomo, nel fondo della sua coscienza, cerca un Salvatore, e l'unico vero Salvatore è Gesù Cristo. Questa verità non è un assioma filosofico né una deduzione sillogistica, ma un'amorosa rivelazione di Dio "agli apostoli e profeti" e, attraverso di essi, a tutti gli uomini (seconda lettura). Gli uomini possono sbagliare nella ricerca del Salvatore, possono perfino pensare a cercare altri salvatori, ma, in qualsiasi caso, colui che cercano, il bersaglio verso il quale dirigono la freccia del loro cuore, è Gesù di Nazaret, il Redentore del mondo. DAGLI ATTEGGIAMENTI AI FATTI. Gli atteggiamenti conducono logicamente all'azione. I Magi scoprono nel firmamento la stella del Messia, si mettono diligentemente in cammino, vincono non poche difficoltà, e, davanti al Bambino Gesù, si prostrano, lo adorano e gli offrono i loro regali: oro, incenso e mirra. Sono fatti concreti con cui manifestano la loro gioiosa accettazione. Essi sono i rappresentanti dei popoli pagani, prefigurati nella prima lettura, presa da Isaia: "Alla tua luce cammineranno i popoli, e i re allo splendore della tua aurora". Erode trasalisce di spavento, indaga, dissimula le proprie intenzioni, trama la morte di questo bambino. I sommi sacerdoti e scribi, da parte loro, mostrano la loro conoscenza della Scrittura, limitandosi semplicemente a prendere informazioni. Nel corso della vita di Gesù, e nei ventuno secoli di cristianesimo, quanti milioni di azioni a favore e contro Gesù, di rifiuto e di accettazione! Questa è una chiave di valore straordinario per leggere e comprendere la storia di Occidente, ma anche di Oriente, la storia universale. Le grandi demolizioni e cadute degli imperi, i grandi fenomeni di cambiamento di paradigma politico, culturale o sociale, con tutte le conseguenze che comportano, i grandi movimenti ideologici, non ricevono forse la loro luce più potente dall'"evento Cristo", rifiutato da alcuni, accettato da altri? Tutti, ma specialmente gli storici, dobbiamo riflettere su questa chiave storica. SUGGERIMENTI PASTORALI ATTENTI AI SEGNI DI DIO! I Magi videro una stella nuova nel firmamento, e questa suscitò il loro interesse e la loro ricerca. Fu un segno che Dio inviò loro, e non lo lasciarono passare senza far nulla, ma decifrarono il suo significato e si misero in marcia. In effetti, l'anno 7 a.C. si effettuò la congiunzione di Giove e di Saturno nella costellazione dei Pesci. Giove rappresentava la sovranità universale, Saturno era la stella del popolo giudaico e i Pesci significavano la fine dei tempi. Conclusione: in Giudea è nato il re universale, nella pienezza dei tempi. Attenzione, riflessione, azione! Dobbiamo stare attenti perché Dio va seminando, giorno per giorno, non pochi segni della sua presenza e del suo amore efficace, nella piccola realtà della nostra vita e nei diversi eventi della storia locale, nazionale o internazionale. Dobbiamo riflettere, perché si tratta di segni, non di evidenze, e perché i segni per loro stessa natura rimandano ad un'altra realtà al di là di essi stessi. Una volta interpretato correttamente il segno, dobbiamo passare dall'attenzione e dalla riflessione all'azione, affinché il segno di Dio fruttifichi nella terra dei fatti concreti. Dio continua a parlare oggi all'uomo con parole e con azioni, forse ciò che accade è che noi uomini non siamo preparati per decifrare il suo linguaggio. I martiri del secolo XX, non sono forse un segno di Dio? Due milioni di giovani riuniti a Roma per la Giornata Mondiale e il Giubileo della Gioventù, non sono forse una parola significativa che Dio ci rivolge? E i Movimenti ecclesiali? E il rinascere dello spirito religioso e dell'ansia di trascendenza? UN MONDO CON QUALCOSA DA OFFRIRE A DIO. Ogni anno noi cristiani celebriamo il Natale, l'Epifania. Dio si dona a noi, piccolo e impotente, su una mangiatoia o tra le mani di sua Madre, Maria. Si offre come Salvatore, come Amore, come cammino di vita, a tutti, senza eccezione. Che cosa offre, in cambio, il mondo al Salvatore? Che cosa gli offriamo noi, ciascuno di noi? Ha il mondo un poco più di pace da offrire a chi è chiamato il "principe della pace"? Ha il mondo un poco più di solidarietà verso i più bisognosi, siano essi individui o nazioni, da offrire a chi volle farsi in tutto solidale con gli uomini, tranne che nel peccato? Offre il mondo più pane a coloro che hanno fame, più medicine a quelli che sono malati, più aiuto per l'educazione a coloro che non hanno possibilità, sapendo che "quando lo avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me"? Può contare il mondo su più verità, più onestà, più giustizia, per chi è la Verità, per chi è il Giusto per eccellenza? Il mondo, ogni anno nuovo, può offrire molte cose buone a Dio. Ciascuno di noi è parte di questo mondo, e può e deve contribuire per offrire "qualcosa" a Dio. Con che cosa pensi di contribuire questo primo anno del terzo millennio? |