Omelia (31-12-2007) |
Messa Meditazione |
La festa del tempo Ultimo giorno dell'anno. La liturgia ci saluta con le parole della prima lettera dell'apostolo Giovanni. L'ultima ora è drammatica, perché è l'ora dell'Anticristo, cioè dell'opposizione diretta e speculare al Signore. L'Anticristo gli assomiglia al rovescio: "Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri". Il Vangelo ci consola riprendendo l'annuncio del Verbo di Dio che viene ad abitare tra gli uomini. Il Vangelo fa risuonare per l'ultimo giorno dell'anno il grande inno di Giovanni, che proclama il Verbo di Dio creatore delle cose e del tempo, venuto ad abitare tra gli uomini. "Un momento di tempo, ma il tempo fu fatto da quel momento", come ci ricorda il grande poeta Eliot. Il tempo non è vuoto, non si consuma nella insignificanza di giorni che non contengono nulla e non portano a nulla, ma vive nella pienezza della presenza del Signore. La vita non prende significato dalle nostre costruzioni, ma dalla novità della sua tenda posta tra le nostre case. Il riconoscimento di questa presenza non è pacifico. Con la venuta del Verbo di Dio si svela il dramma del tempo. Il tempo deve essere redento: non solo dal suo vuoto, ma dal male che lo abita. Quando l'uomo si innalza al di sopra di Dio e contro Dio e avanza la pretesa di costruirsi da solo, come se lui stesso fosse Dio, allora sostituisce la sua propria immagine a quella del Figlio di Dio venuto nella carne: questa presunzione è la maschera di Cristo; questo è l'Anticristo. Il tempo dunque patisce la lotta per il riconoscimento e l'affermazione di Cristo: "Venne tra i suoi, ma i suoi non l'hanno accolto". Questo è il nucleo e l'essenza della fede cristiana. Il destino dell'uomo e la sua felicità, si giocano nell'accoglienza o nel rifiuto del Signore Gesù, Dio venuto in carne umana. Infatti, solo dalla pienezza del Figlio di Dio incarnato, l'uomo riceve grazia su grazia, e gli viene donata la verità del suo essere. Diventando consanguinei e familiari di Gesù realizziamo la nostra vita e siamo avviati al compimento della nostra vocazione. I giorni, le settimane, i mesi, gli anni, ci vengono donati perché la gloria di Cristo si manifesti e cresca nel mondo, e gli occhi di ogni uomo, riconoscendo il Signore, vedano la sua salvezza. Vieni, Signore Gesù. Per l'ultima ora, per ogni ora, per ogni giorno. Vieni a redimere il mio tempo, il tempo del mondo, occupandolo con la tua presenza. Te Deum laudamus, per quanto ci hai donato. Nella festa dell'ultimo anno, non manchi la gratitudine al Signore per il dono della sua presenza nel tempo della nostra vita, poiché Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi. Questa è la festa del tempo, la nostra festa! Commento a cura di don Angelo Busetto Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |