Omelia (06-01-2008) |
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In questa domenica celebriamo una grande festa, grande quanto il giorno stesso del Natale: è l'Epifania del Signore! Che buffa parola, Epifania! Fa un po' sorridere, ma questa antica parola greca ha un significato davvero molto bello: Epifania, infatti, vuol dire manifestazione. Oggi, perciò, facciamo festa perché il Signore Dio ha voluto manifestarsi agli uomini, cioè si è mostrato, si è fatto conoscere, vedere, toccare! Ha voluto manifestarsi a tutti, proprio alle persone di tutto il mondo! Non solo a Maria e a Giuseppe. Non solo ai pastori di Betlemme, non solo alla gente di Giudea, ma proprio a tutti. Il segno di questo grande desiderio del Signore Gesù di manifestarsi ad ogni popolo, lo abbiamo letto nel Vangelo di oggi, in cui San Matteo ci racconta la visita dei Magi. Chi sono i Magi? E quanti sono? Se ascoltiamo con attenzione il Vangelo ci accorgiamo subito che non ci viene detto chi sono, né come si chiamano e neppure quanti sono. L'evangelista Matteo si limita a riferire: "Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme". Quindi sono alcuni Magi che giungono, ma non sappiamo il numero esatto. Più di uno o due di certo, ma il numero preciso non lo conosciamo. Come mai, allora, nel presepe, di solito ne vediamo tre? Cerchiamo di capirlo insieme. Se guardiamo i volti dei Magi che ci sono nei vari presepi, ci accorgiamo di un particolare: uno dei Magi ha la pelle scura scura, come la gente che viene dall'Africa; un altro ha la pelle giallo-olivastra, come i popoli dell'Estremo Oriente, della Cina, del Giappone; il terzo ha la pelle chiara chiara, come la gente che viene dal Nord. In questo modo rappresentano, lì nel presepe, i popoli di tutta la terra. Il fatto di raffigurare i Magi, ciascuno con la pelle di un colore diverso, rende ben visibile quello che dicevamo all'inizio: l'Epifania è la festa della manifestazione di Dio ai popoli di tutto il mondo! Alla gente di ogni razza, di ogni Paese: del Nord e del Sud, dell'Est e dell'Ovest. Non importa il colore della pelle o la lingua che si parla, il Signore Gesù vuol farsi conoscere da tutti, perché ama tutti! Dunque non è importante sapere come si chiamavano i Magi, da quali città venivano, quanti erano... non è il numero che conta! Mettere i Magi nel presepe è un segno per aiutarci a ricordare questo fatto stupendo che ci riempie di gioia: il Signore Gesù viene per tutti! Mettere i Magi nel presepe, significa pregare per tutti i popoli della terra, portarli davanti al piccolo Gesù, chiedere che ogni uomo ed ogni donna possano incontrare il Signore Dio. Magari ci sembra una cosa da niente, mettere o non mettere le statuine dei Magi nel nostro presepe, e invece diventa un gesto che ci fa pregare e ci aiuta a ricordare che il Signore Gesù viene per tutti i popoli. Ma i Magi sono davvero dei Re? E come hanno fatto ad arrivare da Gesù? Tante volte parliamo dei Re Magi, ma che fossero Re il Vangelo non lo dice. Può anche darsi che lo fossero... ma non lo sappiamo con certezza. Di sicuro, invece, sappiamo che erano dei sapienti, uomini saggi che studiavano il cielo, le stelle, il movimento dei pianeti, e che hanno notato qualcosa di speciale: una stella più luminosa, una stella con una luce particolare. Questo segno unico, questa stella splendente come nessun'altra, fa loro pensare che sta avvenendo qualcosa di altrettanto unico e speciale, qualcosa di nuovo, mai accaduto prima! I Magi pensano si tratti della nascita di un re e partono per andare a cercarlo. Il viaggio deve essere stato lungo e difficile: l'evangelista Matteo non ci dice da quale paese arrivano, dice solo che vengono "da Oriente", quasi ad indicare la grande distanza che hanno dovuto coprire per raggiungere Gerusalemme. Quando arrivano domandano alla gente: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". Ma ad ascoltare la domanda dei Magi c'è anche il re Erode, un uomo crudele e furbo. Si preoccupa molto nel sentire parlare di un nuovo re che è nato. Le parole dei Magi lo spaventano. Teme che la nascita di un nuovo re possa significare la fine del suo regno. Ha paura di perdere il suo potere e le sue ricchezze. Così organizza un piano terribile: vuole trovare il bambino di cui parlano i Magi per ucciderlo! Perciò si finge amico dei sapienti d'Oriente, si dimostra disposto ad aiutarli e, dopo aver consultato i Sacerdoti del Tempio, dice ai Magi di prendere la strada per Betlemme. Raccomanda loro: "Andate e informatevi accuratamente sul Bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere perché anch'io venga ad adorarlo." Che bugiardo che è, Erode! Eppure... eppure mi colpisce molto questo fatto: con il suo piano malvagio, il re Erode dà comunque l'indicazione giusta ai Magi. Il bambino che è nato si trova davvero a Betlemme, quindi li mette sulla strada giusta! Quello che è il suo piano crudele diventa per i Magi l'unico modo per ritrovare la strada. Erode, che vuole ingannarli, dice ai Magi un'unica cosa vera, quella che più interessa loro: li manda a Betlemme. Erode si crede furbo, pensa di usare i saggi venuti da lontano per raggiungere i suoi scopi malvagi. E invece li aiuta davvero e sarà poi Dio a intervenire e a far ritornare i Magi per un'altra strada, così da non incontrare più quel cattivone di Erode! Dunque, saputo che devono andare a Betlemme, i Magi si rimettono in cammino e subito la stella riprende ad accompagnarli e si ferma proprio sopra la casa dove stanno Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù. Nel vedere la stella che finalmente si ferma, i Magi "provarono una grandissima gioia!" Gioia, perché capiscono di essere arrivati, dopo tanta strada. Gioia, perché stanno per incontrare il Re Bambino che hanno cercato così a lungo. Ascoltiamo allora, come l'evangelista Matteo ci racconta questo momento: "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono". Chissà cosa si erano immaginati, strada facendo, i sapienti Magi! Forse si aspettavano una reggia ricca e lussuosa, e invece si trovano davanti una povera casetta. Magari pensavano di vedere un principino vestito con abiti preziosi, e invece c'è un bimbo come tutti, avvolto nelle fasce, in braccio alla sua mamma! Saranno rimasti delusi i Magi? Si saranno stupiti? Può darsi di no. Forse, proprio perché erano dei saggi, avranno capito che quella stella specialissima doveva annunciare un Re diverso da tutti gli altri. Anche noi, come i Magi, vogliamo fermarci un momento in silenzio per adorare il Signore Gesù nel nostro cuore, per dirgli che davvero crediamo che quel piccolo Bambino è il Figlio di Dio, venuto per farci toccare l'amore del Padre. E appena tornati a casa mettiamo le statuine dei Magi ben vicine a Gesù e fermiamoci a dire una preghiera per la gente di tutto il mondo, per le persone di ogni razza, di ogni lingua, di ogni paese. Rallegriamoci, pregando il Padre Nostro, perché sappiamo che davvero il Signore Gesù è venuto per tutti! Commento a cura di Daniela De Simeis |