Omelia (04-02-2001) |
Totustuus |
La libera e gratuita scelta di Dio NESSO TRA LE LETTURE Il mistero della libera e gratuita scelta di Dio pervade le tre letture liturgiche. Isaia è eletto durante un'azione liturgica nel tempio di Gerusalemme: "Ho udito la voce del Signore che mi diceva: Chi invierò? (prima lettura). Pietro, da parte sua, percepisce la scelta divina in mezzo al suo mestiere di pescatore: "Non temere, da adesso sarai pescatore di uomini" (vangelo). Infine, Paolo, evoca l'apparizione di Gesù risorto, sulla via di Damasco, a lui, "il più piccolo degli apostoli... ma per grazia di Dio sono ciò che sono" (seconda lettura). MESSAGGIO DOTTRINALE UN DIO LIBERISSIMO NELLA SCELTA. Soltanto un Dio libero può fare appello alla libertà dell'uomo. Soltanto se Dio è libero, si può parlare di scelta, non di coazione. La Bibbia intera testimonia la sovrana libertà di Dio in tutte le cose e in ogni situazione. I testi liturgici attestano la libertà divina nella scelta degli uomini. Dio è liberissimo per scegliere la persona che vuole: Isaia, nato a Gerusalemme da famiglia agiata, probabilmente di stirpe sacerdotale; Pietro, proveniente da Betsaida, pescatore nel lago di Tiberiade; Paolo, originario di Tarso di Cilicia, con titolo accademico di rabbino, per un certo tempo persecutore della Chiesa di Cristo. Dio è liberissimo di scegliere nel modo e nel tempo che desideri. Isaia durante una liturgia nel tempio di Gerusalemme, mediante una teofania cultuale; Pietro, su una barca, dopo una pesca miracolosa, segno di una presenza divina; Paolo, sulla via per la città di Damasco, con il cuore ardente di odio verso i cristiani. Isaia, Pietro, Paolo, tre paradigmi della libertà di Dio nella scelta degli uomini per il grande compito di collaborare con Lui nella redenzione dell'umanità. SCELTA ED ESPERIENZA DI DIO. Nei suoi misteriosi disegni, Dio ha voluto unire la scelta ad una esperienza forte di Dio da parte dell'eletto. I modi di compiere tale esperienza differiscono gli uni dagli altri, ma l'esperienza è comune ad ogni scelta. Questo significa che soltanto in codesta esperienza profonda, secondo età, circostanza, educazione e carattere, l'uomo può rendersi conto della scelta divina. In questa esperienza di Dio si percepisce con una lucidità solare, da una parte, la distanza e la trascendenza di Dio, e, dall'altra, l'indegnità dell'uomo. Isaia, da una parte, entra nel mistero di Dio, Re e Signore onnipotente, dall'altra, si sente perso ed impuro per vedere e parlare da parte di Dio (prima lettura). Pietro, davanti alla grandiosità della pesca, possibile soltanto per mezzo del potere di Dio, non ha altra reazione, se non esclamare: "Allontanati da me, Signore, che sono un peccatore" (vangelo). L'apparizione di Gesù risorto a Paolo lo fa cadere a terra da cavallo, restare cieco, umiliarsi di fronte al potere di Dio, e, infine, ricevere il battesimo dalle mani di Anania. Il Dio tre volte santo non può irrompere nella storia, senza che l'uomo sia scardinato dalle sue sicurezze umane e sia invitato a porre ogni fiducia nello stesso Dio. L'UNICA RISPOSTA DEGNA. L'uomo, che Dio ha scelto, può dare diverse risposte, ma ce n'è soltanto una degna di Dio e dell'uomo: L'umile accettazione. Abbiamo, anche nei testi liturgici di oggi, tre paradigmi differenti di un unico atteggiamento: Isaia, alla domanda di Dio: "Chi invierò?", risponde: "Eccomi, manda me". Pietro, ascoltando Gesù che lo chiama ad essere "pescatore di uomini", insieme con i suoi compagni di lavoro, reagisce generosamente: "Lasciarono tutto e lo seguirono". Non meno generoso è l'atteggiamento di Paolo, dopo la caduta a terra e dopo aver udito la voce di Gesù risorto. Egli domanda al suo interlocutore: "Che cosa vuoi che faccia?". Poi, nella prima lettera ai corinzi (seconda lettura), ricordando codesta visione di Gesù, da una parte si considera il minore degli apostoli ed indegno di portare questo nome, ma, dall'altra, è convinto che "ho faticato più di tutti gli altri; non io, però, ma la grazia di Dio che è con me". SUGGERIMENTI PASTORALI UN DIO CHE HA BISOGNO DEGLI UOMINI. Nella storia della salvezza appare chiaro che Dio ha voluto salvare gli uomini per mezzo di altri uomini. L'unico Salvatore è Dio, ma gli uomini sono le sue mani per distribuire la salvezza a tutti coloro che la chiedano, sono le sue labbra per predicarla nelle migliaia di lingue del nostro pianeta, sono i suoi piedi per portarla a tutti gli angoli della terra, soprattutto laddove ancora non la conoscono, anche se la anelino vivamente. È un gesto imponente della condiscendenza di Dio nei confronti dell'umanità, del suo infinito amore fino ad abbassarsi ad essere mendicante dell'uomo! Dio mendica da te, sacerdote o laico, religioso o volontario, il tuo aiuto. Glielo negherai? Mendica da te, giovane, la tua gioventù, per offrire la sua salvezza ai giovani del mondo, e forse non soltanto la tua gioventù, ma tutta la tua vita per salvare l'uomo, per liberarlo da se stesso, per nobilitare la sua vita di figlio di Dio. Mendica da te, adulto, la tua maturità nello stato di vita in cui ti trovi, perché collabori con Lui nella salvezza di te stesso, nella salvezza di coloro che vivono nel tuo ambiente famigliare, professionale, sociale, culturale. Mendica da te, pensionato, anziano, il tuo tempo, la tua esperienza umana e spirituale, la tua saggezza della vita, perché tu la trasmetta agli altri, perché tu contribuisca a costruire un mondo più umano e più cristiano. Ascolteremo, noi uomini, il grido di Dio che chiede il nostro aiuto? LIBERTÀ DI DIO, DISPONIBILITÀ DELL'UOMO. Dio fa appello liberamente a uomini dotati di libertà, una libertà che Egli ci ha dato creandoci e che dobbiamo esercitare per essere autentici, per essere veramente uomini. Dio non forza l'uomo, né lo farà mai, ad essere e a comportarsi come tale. L'uomo può usare la sua libertà per degradarsi come le bestie, per rinnegare lo stesso Dio che gli diede la vita, per costruire la sua esistenza sull'egocentrismo, per vivere senza speranza. Questo tale non sarà disponibile davanti alla libertà di Dio. Dio vuole che si realizzi come uomo, che si faccia uomo, e lui non è disponibile, preferisce rotolarsi nella terra fangosa dei quadrupedi. Dio gli si propone come Signore della sua vita, ed egli non è disponibile, anela piuttosto ad essere lui il suo proprio signore e padrone. Dio lo chiama a costruire la sua esistenza e la sua felicità sulla donazione, sul dono di sé, ma lui non è disponibile, non ha orecchi se non per le sirene incantatrici del suo ego, che lo attraggono e soffocano in lui ogni altruismo, ogni umana fraternità. Dio vuole infondergli una speranza di eternità, di vittoria della vita sulla morte, e lui non è neppure disponibile, è tanto attaccato al tempo e alla materia che considera perfino impensabile l'eternità, un aldilà del tempo, una vita felice con Dio e con i figli di Dio nel cielo. Che cosa posso fare per essere sempre disponibile per Dio, perché anche altri siano ugualmente disponibili? |